
Alcune anticipazioni di un disegno di legge volto a semplificare e restituire agli operatori del settore una riforma chiara ed efficiente
Alcune anticipazioni di un disegno di legge volto a semplificare e restituire agli operatori del settore una riforma chiara ed efficiente
L’obiettivo è di ridurre la durata dei processi civili del 40% sino ad arrivare a “quota mille”, cioè cause lunghe in media mille giorni
La grave crisi sociale ed economica innescata dall’emergenza sanitaria richiede scelte innovative che, nel confronto aperto e leale, attingano sempre alle più profonde radici culturali e assiologiche della nostra Carta costituzionale
È necessario sviluppare un piano di riforme che possa rendere davvero efficiente la risposta di giustizia in Italia, individuando obiettivi e immaginando soluzioni innovative sia per un immediato impatto sulla attuale situazione, sia per disegnare nel medio-lungo periodo un sistema che nella sua complessità sia equilibrato
La nuova disciplina finalmente equipara l’elusione fiscale all’abuso del diritto
L’inefficienza del sistema giudiziario civile riduce la propensione ad investire, disincentiva la crescita delle imprese e ostacola lo sviluppo dei mercati finanziari. In questa prospettiva assumono particolare interesse le idee di cambiamento che recentemente il Presidente del Consiglio Renzi e il Ministro della Giustizia Orlando hanno presentato in conferenza stampa: 12 punti rispetto ai quali si è aperta una consultazione pubblica
Sabato 12 aprile alle ore 9.30, nella sede di Confindustria Salerno, avrà luogo un incontro volto a illustrare le posizioni della larga comunità portuale salernitana in riferimento alla proposta di Riforma – avanzata dal Ministro competente Lupi – che prevedrebbe una riduzione del numero delle autorità portuali.
Stando al disegno di riorganizzazione, l’Autorità Portuale di Salerno sarebbe abolita, perdendo in autonomia una volta accorpate funzioni e responsabilità che andrebbero così in capo all’Autorità napoletana.
La riforma Monti/Fornero ha avuto il grande merito di affrontare un argomento tabù – quell’articolo 18 tanto caro ai sindacati – introducendo alcuni elementi che, nella vecchia bozza di legge Ichino, vengono definiti flexsecurity per ridurre la scandalosa apartheid in cui versano 12 milioni tra lavoratori dipendenti di piccole imprese, precari e “partite IVA” su carta, ma lavoratori dipendenti di fatto.