Turismo in Campania, un 2024 di sfide

Momento aureo per la regione che lo scorso anno ha registrato numeri da record, ripetibili solo se alta resta l’attenzione a sostenibilità e ambiente, cultura, enogastronomia e nuovi tematismi naturalistici, tecnologia e digitalizzazione

SRM, in occasione della Conferenza di apertura della quinta edizione di HospitalitySud tenutasi a Napoli, il 21-22 febbraio scorsi, ha presentato uno studio su “Numeri, impatti e tendenze del turismo in Campania. Il ruolo della città di Napoli” dal quale si evidenziano le caratteristiche ma anche le sfide e le opportunità della filiera turistica locale.

Nel 2023, gli ultimi dati Istat ci indicano, per l’Italia, una crescita della domanda che, in termini assoluti, ha portato le presenze a 431 milioni, e gli arrivi a 125 milioni (rispettivamente +4,6% e +5,5% rispetto al 2022). Va sottolineato, in riferimento alla provenienza, che nel 2023 il peso delle presenze straniere è stato pari al 51,6% e, per la prima volta, anche il peso degli arrivi stranieri ha superato il 50% del totale (50,2%).

Tra i fenomeni che hanno influito sulle dinamiche del 2023 ritroviamo la rinnovata volontà dei viaggi internazionali, la riapertura di nuovi mercati al turismo dopo le ultime crisi ma anche le tensioni su tutta la filiera dei costi (dai viaggi ai consumi), le incertezze sulla crescita economica, anche per le tensioni geoeconomiche.

Il 2023 ha segnato un balzo del turismo ma c’è ancora una domanda residua da recuperare rispetto al 2019, l’1,3% delle presenze ed il 4,8% degli arrivi. 

Se questo è lo scenario turistico nazionale, in riferimento al Mezzogiorno, le prime stime parziali segnalano per l’area una variazione più bassa delle presenze, di circa 1 p.p. in meno rispetto al dato nazionale, a causa di diversi fattori, quali una sofferenza della domanda domestica negli ultimi mesi dell’anno dovuta ad una maggiore sensibilità all’aumento dei prezzi, date le caratteristiche della domanda e della tipologia di turismo prevalente nell’area.

A ciò si aggiunge un minore rimbalzo della componente internazionale per la maggiore concorrenza del bacino mediterraneo, nonché fenomeni specifici che hanno portato alla chiusura dell’aeroporto di Catania per un periodo di tempo nella stagione estiva.

Tuttavia, a livello regionale, diversi sono i territori interessati da dinamiche turistiche positive. È il caso della Campania che sta vivendo un momento di grande successo con numeri da record: le prime previsioni evidenziano un consolidamento della ripresa della domanda, soprattutto di quella straniera, avvicinandosi ai livelli pre-covid. In particolare, si stima una crescita delle presenze turistiche del 6,6%, superiore al dato nazionale.

L’attrattività della regione Campania è legata a molteplici e variegati aspetti, in grado di coinvolgere più e vari target turistici con diverse motivazioni di viaggio. È, infatti, conosciuta per il suo patrimonio storico/archeologico: ben 6 dei 59 iscritti nella Lista del patrimonio mondiale UNESCO sono ubicati in Campania. A ciò si aggiunge il suo patrimonio naturale (Capri, Sorrento e la Costiera Amalfitana), la sua tradizione culinaria (è la regione numero 9 in Italia per prodotti DOP IGP STG) nonché la qualità dei suoi mari (si contano ben 19 comuni bandiera blu su 226 presenti in Italia).

La Campania mantiene un confronto positivo anche in ambito internazionale. Dagli studi di SRM si evince che, rispetto all’analisi delle 98 regioni dell’area UE4 (Italia, Spagna, Francia e Germania) per il loro grado di “competitività turistica” (ICTR), la regione Campania presenta un indicatore di 123,7, superiore alla media europea (100) e nazionale (122,8) ma inferiore alla media delle Top 30 regioni (143,5), posizionandosi al 23°posto in graduatoria, tra il Mecklenburg-V. (22°) e la Comunidad de Madrid (24°).

Un contributo importante deriva dal ruolo della città di Napoli. Il peso degli arrivi turistici della città sulla Campania è cresciuto, dal 15,5% nel 2014 al 20,8% nel 2022, raggiungendo 1 milione di arrivi e 2,7 milioni di presenze. Nel comune, il peso della domanda straniera è del 49,4% in termini di arrivi e del 50,2% per le presenze. È inoltre HUB d’ingresso per tutta la regione. Basti pensare al ruolo fondamentale giocato dall’aeroporto di Napoli che nel 2023 ha registrato quasi 12,4 milioni di passeggeri e un incremento del 13,5% sul 2022 e del 14,1% sul 2019. Grande impatto ha avuto anche il traffico crocieristico del porto della città che ha fatto registrare nel 2023 oltre 1,7 milioni di persone, con una crescita del 43,2% in più sul 2022.

L’elevata attrattività nazionale e internazionale della città di Napoli insieme ad un sistema di offerta turistica integrato, diversificato, accessibile e sostenibile rappresenta un fattore di spinta quantitativa e qualitativa alla domanda turistica della regione, con risvolti anche economici. La sinergia tra i diversi tematismi attiva più filiere e questo fa sì che il valore aggiunto generato da ogni presenza turistica aggiuntiva sul territorio della Campania (167 euro) sia tra il più alto in Italia. Infatti, dagli studi di SRM si rileva che il turismo culturale attiva più ricchezza rispetto a quello balneare (145 euro contro 128,2 euro e ancor più quello enogastronomico (151,7 euro). In Campania è evidente la presenza di un’offerta turistica integrata che associa al balneare, il turismo culturale, l’enogastronomico e il naturalistico.

Le prospettive per l’immediato futuro lasciano buone speranze. Per il 2024, lo scenario base annuncia che sarà conservata la situazione attuale; sia per l’Italia che per la Campania, si ipotizza un anno positivo, trainato sempre dal turismo internazionale, al netto di eventuali peggioramenti degli scenari geoeconomici e geopolitici internazionali.

Ciò vale anche per Napoli dove si prevede un consolidamento delle presenze, soprattutto in riferimento alla componente straniera, mentre quella domestica raggiungerà una stabilità. È molto probabile, quindi, che la città di Napoli possa continuare la sua funzione di traino anche nel 2024, attirando un crescente numero di turisti, in una logica di pianificazione e coordinamento delle politiche strategiche per una migliore valorizzazione del turismo nella città, tenendo in considerazione tutti i temi cari ai turisti quale, ad esempio, l’overtourism. Occorre, quindi, guardare non solo alle dinamiche turistiche ma anche alla capacità di gestione dei flussi sul territorio.

Concludendo, il turismo campano, e in particolare napoletano, nel contesto europeo è ben posizionato ma presenta ampi margini di miglioramento. Il nuovo scenario evidenzia un consolidamento della ripresa del turismo ma con profonde «mutazioni» e forte attenzione ai nuovi driver di sviluppo quali sostenibilità e ambiente, cultura, enogastronomia e nuovi tematismi naturalistici, tecnologia e digitalizzazione.

Le imprese turistiche possono rispondere ai cambiamenti grazie a politiche di gestione sia interne che territoriali. In particolare, sarà importante per le imprese investire su obiettivi “ESG e digital”, puntare su formazione, competenze e professionalità, sempre più centrali per gestire le trasformazioni competitive, nonché realizzare un adeguato dimensionamento. Non meno importanti sono, da un lato, le policy a carattere territoriale che tengano conto della capacità del sistema turistico attrattivo della Campania e della città di Napoli e, dall’altro, l’attivazione di politiche di gestione sinergica della governance pubblica per rendere la città sempre più pronta a gestire i flussi, evitando una scarsa sostenibilità della crescita, per favorire il massimo impatto socioeconomico sul territorio.