RINNOVABILI E AUTOPRODUZIONE, IL SÌ DELLE IMPRESE

Ottima opportunità quella delle Comunità Energetiche Rinnovabili ma vanno snelliti gli iter autorizzativi e garantiti gli allacciamenti alla rete nazionale

 

La sfida della sostenibilità riguarda il nostro presente e il nostro futuro, in modo trasversale. In quest’ottica il tema del consumo dell’energia è cruciale e da qui anche l’interesse di Confindustria per le Comunità Energetiche Rinnovabili. Quali benefici potrebbero esserci per le imprese con la loro costituzione?

Con l’aumento della popolazione mondiale è cresciuto ovviamente anche il fabbisogno e il consumo di energia, ma con modalità ben differenti da un paese all’altro, modalità che devono oggi tener conto dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite che impone di ridurre drasticamente l’utilizzo di combustibili fossili e fornire a tutti l’accesso a un’energia pulita in quantità sufficiente ai bisogni, accelerando sul ricorso alle rinnovabili in tutti i settori. In questo solco, la crisi energetica che ha investito l’Europa negli ultimi mesi sta velocizzando la diffusione delle fonti rinnovabili, tanto che- stando ai numeri dell’Agenzia internazionale dell’energia – la crescita della capacità globale raddoppierà nei prossimi cinque anni. Non solo. In questi mesi abbiamo imparato – a spese di molte attività industriali andate in affanno – quanto sia fondamentale essere autosufficienti nella produzione di energia. Finora siamo stati dipendenti ma, sfruttando acqua, sole, vento e rifiuti, il nostro Paese potrebbe aumentare di molto il proprio livello di autonomia energetica. Vanno in questa direzione le Cer, che potrebbero rivelarsi davvero una delle chiavi di volta per attuare un processo di transizione energetica vantaggioso. Le CER, ottimizzando l’utilizzo dell’energia rinnovabile condividendola nel territorio in cui è generata, possono rappresentare un modello di produzione energetica esemplare perché sostenibile a tutto tondo.

Vanno però ancora snelliti gli iter autorizzativi e garantiti e accelerati gli allacciamenti alla rete nazionale. Il movimento che si è creato attorno a questi sistemi, in ogni caso, è incoraggiante, così come lo sarebbe il superamento di discussioni ideologiche sul tema energia, oggi fuori del tempo.

La sostenibilità conviene anche oltre il conto economico. Dal suo osservatorio ritiene che le aziende abbiano colto la desiderabilità di questa grande trasformazione in atto?

Sì, in molti hanno oramai compreso i vantaggi derivanti dalle scelte sostenibili. C’è ancora molto da fare, ma le aziende hanno oramai chiaro che, nel lungo termine, conviene operare scelte che generino valore aumentando al contempo l’efficienza delle attività e dei processi aziendali.

La crisi energetica e il conseguente aumento delle bollette, ad esempio, ci hanno mostrato quanto le rinnovabili possano rivelarsi competitive e maggiormente convenienti rispetto ad altre fonti di energia.

Oltre a garantire un posizionamento strategico, una maggiore efficienza interna, una migliore reputazione, essere un’azienda sostenibile significa anche ottenere vantaggi economici diretti.