Il Comitato Femminile Plurale di Confindustria Salerno prosegue nella promozione di percorsi esperienziali personal-professionali anche in ottica gender equality. «Il nostro impegno – queste le parole della presidente Alessandra Pedone – è contribuire al rafforzamento di abilità personali fuori degli stereotipi, oltre i pregiudizi e i limiti di genere»

Presidente, la formazione esperienziale personal–professionale è da sempre uno degli asset delle attività del Comitato Femminile Confindustria Salerno. In tale ambito, particolare consenso ha registrato attorno a sé il piano dello scorso anno “Innovation Lab 4.0”, tanto da volerlo riproporre arricchito e ampliato per il 2019.
Il programma Innovation Lab 4.0 – che ha visti coinvolti lo scorso anno Jobiz Formazione, il Politecnico di Milano, il Dipartimento di Informatica e quello di Scienze Aziendali dell’Università degli Studi di Salerno – è stato un “azzardo” in cui abbiamo creduto molto fin dall’inizio. È stata una scommessa vinta perché studiata a lungo e partita da lontano, rispondente in pieno a i valori cardine – formazione di qualità, networking, innovazione e crescita culturale – cui si ispira il lavoro del Comitato sin dalla presidenza di Stefania Rinaldi che ha preceduto la mia. Per la prima volta, infatti, a beneficiare delle oltre 160 ore interaziendali di formazione finanziata da Fondimpresa su vari aspetti legati a innovazione, finanza innovativa e lean industry, non sono state solo le aziende del Comitato Femminile di Confindustria Salerno, ma anche altre realtà iscritte alla Territoriale salernitana cui è stata estesa l’opportunità esperienziale personal-professionale.
Il corso attivato è stata la nostra risposta concreta a chi erroneamente poteva ritenere che le nostre attività mettessero al centro della discussione solo le donne. Non è così. Anzi, il Comitato vuole lavorare per la parità in tutte le sue accezioni e farlo senza creare squilibri al contrario, ma puntando a smussare in concreto – a partire dalla formazione – la segregazione di genere comunque presente nel mercato del lavoro.

Ma vi siete spinte anche oltre i confini associativi. Con la formazione aperta non solo alle donne, il Comitato si propone quest’anno come modello di “buona pratica” in ottica gender equality. È questo il presupposto su cui si fonda il sodalizio con l’Ateneo salernitano per la realizzazione di un importante progetto Horizon 2020: “R&I Peers: Pilot Experiences For Improving Gender Equality In Research Organisations (Esperienze pilota per migliorare l’uguaglianza di genere nelle organizzazioni di ricerca), di cui l’Università di Salerno è capofila con il supporto dell’Osservatorio per gli studi di Genere e le Pari Opportunità e 7 partner della Comunità europea. Come si svilupperà questa collaborazione?
È così. Dopo aver allargato a tutte le imprese di Confindustria Salerno potenzialmente interessate la possibilità di prendere parte ai nostri percorsi formativi, quest’anno vogliamo estendere la nostra capacità di fare network anche oltre l’Associazione. Lo faremo con il nuovo piano TASK-Induction training, promosso dal Comitato Femminile, presentato da Jobiz Formazione e finanziato da Fondimpresa, che partirà dal prossimo mese di novembre con sessioni formative in Confindustria Salerno. Il primo naturale interlocutore per noi donne di impresa è senz’altro l’Università con cui – attraverso il progetto Horizon 2020 – intendiamo collaborare sia avvalendoci delle professionalità del corpo docente, sia offrendo ad alcuni studenti l’opportunità di partecipare come uditori ai nostri corsi. Rinsaldando il legame con l’Università e la relazione diretta con gli studenti siamo certe potranno crearsi nuove e reali occasioni di lavoro per i nostri giovani nelle nostre aziende e non solo.

La chiave di azione resta quindi l’educazione alla differenza?
Sì, educare alla differenza significa formare persone capaci di sviluppare le proprie abilità personali fuori degli stereotipi, oltre i pregiudizi e i limiti di genere. Per questo la formazione che ci piace, quella su cui da sempre puntiamo è la formazione on-the-job, tesa a migliorare innanzitutto le competenze del singolo. Saranno queste, e solo queste, a fare poi la differenza.