Trucillo, tutto torna alla terra

Il rivestimento esterno di ogni chicco di caffè, chiamato silverskin, da scarto diventa ingrediente per dar vita a un prodotto fertilizzante in pellet a base vegetale consentito in Agricoltura Biologica. Con il sottoprodotto si genera nuovo valore, si abbatte notevolmente la quantità di rifiuti da smaltire e i costi connessi

 

Trasformare lo scarto di un processo produttivo in una nuova risorsa, che viene reintrodotta nel ciclo economico, estendendone la vita e abbattendo la quantità di rifiuti da smaltire. Sono i principi cardine dell’economia circolare, che da un anno trovano applicazione nella collaborazione virtuosa tra due aziende campane: Caffè Trucillo, torrefazione proprietà dell’omonima famiglia da tre generazioni apprezzata in tutto il mondo per la qualità delle sue miscele, e Agriges, da trent’anni produttore di concimi e fertilizzanti, tra le prime quattro aziende nazionali del settore.

 

Da agosto 2021, Trucillo fornisce ad Agriges in media un paio di tonnellate al mese di silverskin, ovvero il rivestimento esterno che ricopre ogni chicco di caffè e che con la fase di tostatura si secca e si stacca dal chicco, che resta quindi liscio e pulito. La silverskin, solitamente, rappresenta uno scarto da inviare in discarica, in quantitativi proporzionali alla produzione di ogni azienda. Nel caso di Trucillo, la stima ad oggi è di circa 20 tonnellate/anno: un quantitativo enorme, se consideriamo che si tratta di un materiale leggerissimo, volatile.

 

Grazie alle tecnologie e ai miglioramenti costantemente introdotti nel moderno sito produttivo alle porte di Salerno, la silverskin viene recuperata per aspirazione e compattata in un macchinario esterno che la aggrega in piccole parti simili al pellet. Diventa così un sottoprodotto che Trucillo invia ad Agriges, dove viene impiegata per la produzione di un ammendante organico consentito in Agricoltura Biologica.

«La silverskin è preziosa – spiega il biologo Mario Funicelli, Quality Manager di Caffè Trucillo – perché è ricca di carbonio e azoto, elementi particolarmente utili in agricoltura. Quello che per la nostra filiera produttiva sarebbe uno scarto, torna utile con un’altra applicazione in ambito agricolo e per noi, che trasformiamo un prodotto proveniente dalla terra, è importante far sì che questo cerchio si chiuda con una restituzione al terreno».

Il sottoprodotto viene raccolto da Caffè Trucillo e sottoposto a ripetute analisi e controlli nei laboratori di entrambe le aziende, per verificarne qualità e purezza. “Trattandosi di un rivestimento esterno, quindi a contatto con potenziali agenti contaminanti presenti nell’ambiente, – spiega il biotecnologo di Agriges, R&S PhD Patrizia Ambrosino, – proprio dalla silverskin è possibile capire la qualità del caffè, escludendo la presenza di contaminanti.”

La silverskin Trucillo viene utilizzata come ingrediente (in concentrazioni dell’1-2% ca.) per dar vita a un prodotto fertilizzante in pellet a base vegetale consentito in Agricoltura Biologica. Pertanto, ogni tonnellata di silverskin contribuisce alla produzione di 50 tonnellate di ammendante utilizzabile per tutti i tipi di colture: arboree, orticole, industriali, cereali e colture in IV gamma.

Con il sottoprodotto si genera nuovo valore, si abbatte notevolmente la quantità di rifiuti da smaltire e i costi connessi (il 75%, nel caso di Trucillo).

Per questa buona pratica e altre azioni concrete di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, Caffè Trucillo è stato citato come caso virtuoso nella recente pubblicazione “Sostenibilità e PMI”, libro edito da Egea, casa editrice della prestigiosa Università Bocconi. Tra gli altri progetti illustrati nel libro, oltre al riutilizzo della silverskin, anche il recupero dei sacchi di juta che contengono il caffè crudo: l’azienda li dona ad aziende agricole del territorio e altre attività connesse al settore agronomico, dove i sacchi vengono utilizzati per la pacciamatura, al fine di evitare l’erosione e l’impoverimento del suolo e la crescita di piante infestanti, con riutilizzo consapevole degli imballaggi e contestuale abbattimento dei rifiuti da smaltire.