Sfodera: «Sul turismo bisogna cambiare gli occhiali»

FABIOLA SFODERAA margine del Forum sul Turismo – tenutosi il 12 e 13 dicembre scorso in Confindustria Salerno, promosso da Confindustria Salerno e finanziato dalla Camera di Commercio di Salerno nell’ambito del bando C.R.E.S.C.I.T.A., abbiamo registrato le illuminanti riflessioni della professoressa Fabiola Sfodera su come sia importante definire le strategie turistiche considerando la domanda turistica non secondo la provenienza geografica ma tenuto conto della motivazione e delle esperienze che il turista stesso desidera vivere

Professoressa Sfodera, quali sono le strategie oggi vincenti perchè una destinazione “emerga” nella marea di prodotti turistici?

Le imprese turistiche per loro natura si trovano a competere nel mercato internazionale globalizzato. Fino a qualche anno fa, creare reti d’imprese significava acquisire un vantaggio competitivo forte e un maggior potere contrattuale. Oggi, far parte di una rete è una necessità strategica. Se non si ha, infatti, un’offerta organizzata e se non ci si propone come “destinazione” non si riesce né ad avere visibilità nella marea variegata dei prodotti turistici, né tanto meno a farsi prendere in considerazione e quindi scegliere dai turisti.

Nel comparto turistico tanti sono stati i cambiamenti – alcuni dei quali decisamente rilevanti – avutisi di recente.
Tante e tali sono state le trasformazioni che su molte di essere ancora oggi non si è raggiunta una comune visione e, di rimando, una univoca e chiara definizione degli strumenti con cui gestirle.

Ciò che è certo però è che il mercato è cambiato, soprattutto dal lato della domanda turistica, trovando del tutto o quasi impreparato il sistema dell’offerta, sia a livello pubblico che privato. É necessario essere proattivi, attrezzarsi e cogliere le opportunità che questi cambiamenti comportano. Un atteggiamento passivo, pessimista per la crisi economica e attendista è quanto di più rischioso possa esserci per l’Italia del turismo.

Il primo aspetto cui tenere conto è dato dalla forte modalità di condivisione che permea il turista che, specie sulla rete, parla, si confronta, dibatte, vuole partecipare, e ciò indipendentemente dal suo reddito, dalla sua provenienza e dalle sue caratteristiche culturali e socio-demografiche.
Un esempio lampante di questa voglia di partecipazione è dato dalle partecipazione ai blog, campagne e iniziative promozionali e di crowdfunding culturale, in cui chi finanzia un progetto spesso ne è anche fruitore.
Chi confeziona l’offerta turistica deve quindi saperlo e utilizzare quei media che garantiscono una visibilità molto rapida in una logica di relazione efficiente con il mercato.
La realtà però ci dice che spesso chi struttura l’offerta non è ancora pienamente consapevole di tali piccole e grandi rivoluzioni.
Devono allora cambiare le strategie, guardando alla rinnovata fisionomia del turista e tenendo conto che sono in buona sostanza tre le macro-aree verso cui si va polarizzando il mercato alle quali corrispondono diverse caratteristiche dei bisogni e delle esperienze desiderate: low cost, premium e lusso.
Chi afferisce alla prima categoria, generalmente sceglie il prodotto o esperienza che si fonda sul miglior rapporto qualità/prezzo.
C’è poi una fascia dimensionalmente più piccola – quella premium – che contempla invece chi oltre al prezzo cerca altre caratteristiche più esperienziali: l’autenticità, il paesaggio, le camere, i servizi, il contesto…e altre più legate alla sfera dell’emotività.
A questo segmento, a mio avviso, deve rivolgersi l’offerta turistica della Rete Destinazione Sud.
Il terzo livello – quello del lusso – comprende infine quel tipo di offerta che si fonda essenzialmente sull’esclusività, sia in termini spaziali che temporali, secondo bisogni particolarmente articolati e sofisticati, espressi prevalentemente in termini percettivi ed emozionali.
Le strategie pertanto vanno definite non considerando la domanda turistica secondo la provenienza geografica ma tenuto conto della motivazione e delle esperienze che il turista stesso desidera vivere.
Il terzo aspetto da considerare per attuare delle strategie efficaci per competere sui mercati internazionali riguarda l’approccio al mercato.
Oggi la tendenza è verso un’integrazione dell’offerta, il che equivale a rendere sempre più la vacanza/soggiorno una vera e propria esperienza.
Questo è possibile se si lavora sul brand, operazione – come nel caso della Rete Destinazione Sud – che risulta tanto più agevole quanto più il brand ha una sua identità originaria autentica. Rete Destinazione Sud è il primo e sicuramente il più dinamico e importante esempio di un’iniziativa in grado di aumentare la capacità competitiva e di sviluppo delle imprese che vi aderiscono e che, allo stesso tempo, valorizza il Sud Italia, le sue peculiarità, autenticità e identità uniche. Un percorso innovativo con finalità strategiche, prima che commerciali e in grado di stimolare la componente pubblica verso un percorso virtuoso e condiviso di sviluppo e promozione del Sud Italia.
Abbandonando i vecchi schemi tradizionali, cambiando “gli occhiali” con cui guardiamo al nostro turismo saremo in grado non solo di metterci al passo con i tempi e i competitors ma forse anche di venderci sui mercati di più e meglio.