Il bel film del regista e sceneggiatore italo-canadese Alessandro Celli ruota attorno alle vicende attraversate da due grandi amici, quasi fratelli, tra l’amore, il crimine e l’ambizione in un mondo immaginario e distopico che assomiglia spaventosamente al nostro.

La storia è, infatti, ambientata in un futuro non molto lontano, a Taranto, divenuta una città fantasma cinta da filo spinato in cui nessuno, nemmeno la Polizia, si azzarda ad entrare.

Sono rimasti solo i più poveri che lottano ogni giorno per la sopravvivenza, mentre una gang criminale, le Formiche, capeggiate dal carismatico Testacalda (interpretato da Alessandro Borghi), si contende quotidianamente il territorio con un’altra gang.

Due orfani tredicenni, cresciuti insieme, sognano di entrare in quella banda. 

Pietro, soprannominato Mondocane per aver superato la prova d’accettazione nella gang, impone Christian al gruppo che lo deride chiamandolo Pisciasotto.

Qualcosa pian piano si incrinerà nel loro precario equilibrio mettendo a rischio tutto quello in cui hanno sempre creduto. Una storia che può essere più cose allo stesso tempo.

Una provocazione, un racconto esistenziale, un “coming of age” incentrato sulla ricerca di un’identità familiare e individuale.