L’altra Terra, un film sulla poesia del ritorno

Il cortometraggio, prodotto da Giffoni Innovation Hub in collaborazione con Bayer, presentato nei giorni scorsi nel corso della cinquantunesima edizione del GFF, racconta di come e quanto l’agricoltura innovativa possa essere una delle chiavi di rilancio per il Paese. Ne abbiamo parlato insieme con il regista Daniele Pignatelli

 

Daniele, partiamo dal titolo. Perché “L’altra Terra”?

Il titolo è stato ideato e voluto dallo sceneggiatore, il bravissimo Manlio Castagna. È la prima volta che lavoro alla regia di un testo scritto da altri, ma realizzare un corto per un festival così importante come Giffoni, grazie anche al sostegno della Bayer, era un’occasione irrinunciabile. Tutta la storia parla, in chiave poetica, di agricoltura e nuove tecniche di produzione, di tradizione, innovazione e rapporto tra le generazioni. Il corto parte con la protagonista bambina, Sofia, che torna alla casa di campagna dei nonni che qui coltivano il grano. Ne resta affascinata, tanto che da adulta, 25 anni dopo, trasforma la stessa masseria dei nonni in una azienda di successo, l’altra Terra per l’appunto. Nel film Sofia racconta a un giornalista (Enrico Salimbeni, ndr) quanto quel seme di magia le fosse rimasto dentro, tanto impresso e profondo da far germogliare ricchezza, prospettiva, futuro.

È stato semplice spiegare la sostenibilità ai ragazzi? Avevi già parlato a un pubblico giovane?

La presentazione a Giffoni è stata una di quelle che difficilmente si dimenticano. Abbiamo incontrato in due momenti distinti, insieme con il direttore della comunicazione, dei rapporti istituzionali e della sostenibilità di Bayer Italia, Fabio Minoli, giovani molto preparati, pieni di energia positiva. A Minoli hanno posto domande precise su digital farming e nuove opportunità legate al mondo dell’agricoltura grazie all’innovazione tecnologica, a me hanno chiesto del mio amore per il cinema, la stessa passione che, in fondo, albergava in loro.

In genere il mio pubblico è più eterogeneo ma è stato davvero stimolante il confronto, un’autentica boccata di ossigeno, specie in un momento così cupo e chiuso per ognuno di noi.

Così come entusiasmante è stato lavorare con gli attori del cast, tutti molto bravi, da Beatrice Pignatelli (Sofia bambina) ad Alessandra Carrillo (Sofia adulta), da Enrico Salimbeni a Stefania Ciccarelli (la nonna). Un grazie a tutti per l’enorme professionalità.

 

Al centro del film anche il motivo del ritorno alla terra come riscatto generazionale?

Esattamente. Una volta emanciparsi era lasciare il proprio Paese, magari il proprio contesto rurale, alla volta di migliori opportunità altrove. Oggi restare o tornare alla terra è per i giovani una possibilità ritrovata. Il messaggio del corto è di non andarsene, di credere nelle potenzialità del proprio Paese che può rilanciarsi partendo dall’agricoltura innovativa. Il film vuole essere un messaggio terrigno, solido, di speranza. Un messaggio dal respiro poetico. Di poesia ne abbiamo un bisogno vitale, anche se non ce ne rendiamo conto, per aumentare le difese immunitarie.

 

Note biografiche – Daniele Pignatelli. Film-maker e visual artist, ha realizzato diverse istallazioni multimediali in tutto il mondo. I suoi film sono stati in concorso presso i più importanti festival cinematografici ottenendo diversi riconoscimenti e prestigiosi premi (fra cui menzione speciale della giuria Aiace per Amati matti alla 53ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia; il Kodak European Showcase al 19° Torino Film Festival e il Kodak European Award for New Talents per Terzo° e Mondo al 55° Cannes International Film Festival). Il cortometraggio HOPE2 è stato premiato (aprile 2013) al 55°Rochester International Film Festival (New York) con “a certificate of merit for visual artistry and for cinematic excellence”. Nel febbraio 2014 in occasione delle Olimpiadi Invernali a Soči (Russia), è stato uno dei cinque artisti internazionali invitati a rappresentare con un proprio film, MARE1, uno dei 5 cerchi Olimpici per il centenario della bandiera olimpica. Suo il cortometraggio Nuovo Cinema Para-Virus girato durante il lockdown ed è in attesa di cominciare la post-produzione del lungometraggio docu-film la lettera cominciato nell’ottobre 2015 e che uscirà nel 2022. Nell’inverno 2021 cominciano le riprese del lungometraggio Ago e il drago con il contributo economico del MIBACT.