LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA CONSENSUALE TRA EVOLUZIONI CULTURALI E OBIETTIVI DEL PNRR

Marco Marinaro, Avvocato Cassazionista

A colloquio con Marco Marinaro, curatore del Manuale di Diritto della mediazione civile e commerciale

La recente riorganizzazione della giustizia civile, oltre a incidere sul processo, ha interessato anche i sistemi diversi di risoluzione delle controversie. In che modo la riforma Cartabia è intervenuta sulla mediazione civile e commerciale?

La riforma della mediazione entrata in vigore il 30 giugno 2023 costituisce una significativa evoluzione del modello italiano introdotto nel 2010 e poi modificato nel 2013. Si tratta di un rinnovato modello di mediazione che riscrive le modalità di svolgimento del primo incontro, introducendo altresì incentivi e conseguenze sfavorevoli per stimolare la partecipazione personale delle parti assistite dagli avvocati. L’obiettivo che si è posto il legislatore è stato quello di rendere effettiva ed efficiente la procedura di mediazione quale principale metodo di giustizia consensuale, non in una prospettiva antagonistica al processo, ma in una logica di complementarità che ne valorizzi all’occorrenza un utile dialogo. Le parti in conflitto sono invitate a partecipare in maniera responsabile al tavolo mediativo in quanto protagoniste del conflitto, assistite dagli avvocati e chiamate a cooperare in buona fede e lealmente, per realizzare un effettivo confronto sulle questioni controverse.

Il digitale può agevolare lo svolgimento della procedura di mediazione alla luce della riforma?

Per garantire una più estesa e agevole partecipazione personale delle parti, il legislatore ha non soltanto previsto la possibilità di svolgere la mediazione d’intesa tra le parti in modalità interamente telematica, ma ha precisato che è possibile partecipare agli incontri di mediazione da remoto con l’utilizzo sistemi di collegamento audiovisivo che consentano la contestuale, effettiva e reciproca udibilità e visibilità delle persone collegate. Peraltro, la sempre maggiore conoscenza e diffusione di sistemi di identità digitale (ad es. SPID) e di piattaforme che consentono una rapida ed efficace comunicazione a distanza consentirà una più ampia ed effettiva partecipazione di tutti i soggetti che partecipano alla procedura di mediazione.

In che modo le imprese possono beneficiare per la loro attività dei percorsi conciliativi con l’assistenza di un mediatore professionista?

Proprio nell’ambito dell’attività d’impresa è possibile apprezzare gli effetti benefici di una relazione sana e duratura. La crisi della relazione, infatti, può essere affrontata in modo consapevole, ragionevole e soddisfacente seguendo il percorso mediativo che ha una funzione conoscitiva prima che compositiva. Con la riforma il legislatore punta in maniera decisa a diffondere la buona pratica della mediazione soprattutto in quelle relazioni che coinvolgono le imprese, sollecitando un uso consapevole e maturo dell’autonomia negoziale, anche nella fase critica della relazione per una rinnovata cultura d’impresa.

Il tema della mediazione per la composizione negoziale dei conflitti può coniugarsi con quello della sostenibilità per le imprese?

La sfida attuale è quella di affiancare agli SDG (Sustainable Development Goals) – che sono obiettivi ampi riferibili a contesti allargati – indicatori di misurazione delle performance di sostenibilità, i c.dd. ESG (Environmental, Social, Governance) per integrare gli aspetti economico/finanziari con quelli organizzativi e operativi di natura ambientale, sociale e di governance. Così uno specifico interesse deve essere riservato dalle imprese per l’obiettivo 17 (Partnership for the goals) nell’ambito del quale diviene essenziale costruire rapporti duraturi e stabili con la comunità di riferimento (long term partnership). L’impresa che intenda creare relazioni di lunga durata deve così prestare particolare cura nella stesura degli accordi e prima ancora nelle trattative contrattuali e ancor più deve programmare in modo efficiente e sostenibile la gestione del conflitto. In questo contesto la mediazione costituisce lo strumento cardine per la valorizzazione e il rispetto di uno dei pilastri degli ESG: la costruzione e il consolidamento di relazioni stabili e di lunga durata.

Dal punto di vista del sistema della giustizia civile in che modo la mediazione può concorrere al raggiungimento degli obiettivi di efficienza posti nel PNRR?

Il nuovo modello di mediazione è stato costruito per rendere effettiva e perciò efficiente la procedura e nei suoi collegamenti con il processo può svolgere un ruolo determinante sia nella fase iniziale della controversia, sia in quella successiva.

Infatti, se da un lato la mediazione costituisce il principale filtro alla domanda giudiziale in una serie di materie (con la riforma sono state aggiunte le liti in materia di associazione in partecipazione, consorzio, franchising, opera, rete, somministrazione, società di persone e subfornitura), dall’altro, costituisce una importante occasione di comporre la lite anche a processo iniziato ed in ogni momento del suo svolgimento (sia per iniziativa delle parti, sia per disposizione del giudice), al fine di offrire ai contendenti una effettiva opportunità di incontro con l’assistenza di un mediatore presso un organismo che svolge la sua attività regolamentata e vigilata dal Ministero della Giustizia. Occorre, però, tenere presente gli obiettivi di efficienza posti nel PNRR per la giustizia civile della riduzione della durata dei procedimenti civili del 40% e dell’arretrato civile del 90% entro il 2026, oramai difficilmente raggiungibili senza un ulteriore rafforzamento dello strumento mediativo.

In questa prospettiva il “Manuale di diritto della mediazione civile e commerciale” recentemente pubblicato si pone come un importante punto di riferimento per gli operatori del sistema della giustizia civile.

Il volume ha l’ambizione di offrire a tutti gli operatori uno strumento di comprensione agile e allo stesso tempo approfondito sul nuovo modello di mediazione. Gli autori che hanno contribuito all’opera muovono dal presupposto condiviso di leggere le nuove norme in una chiave di efficienza, ma non meramente efficientistica. La mediazione genera giustizia consensuale, contribuendo in maniera determinante a creare coesione sociale. D’altronde, composizione del conflitto e coesione sociale costituiscono obiettivi da perseguire integrandone logiche e soluzioni, nella consapevolezza che è proprio mediante il perseguimento di soluzioni adeguate dei conflitti che si realizza la pacificazione sociale. E se la mediazione produce giustizia consensuale, il diritto della mediazione diviene nevralgico per la costruzione di quel contesto normativo permeato da una prospettiva fiduciaria con l’obiettivo di rendere effettivo il rinnovato percorso di incontro che la mediazione promuove.

 

BIOGRAFIA DELL’AUTORE 

Avvocato cassazionista, professore a contratto di Giustizia sostenibile e ADR e della Clinica legale consumatori e ADR presso la LUISS “Guido Carli”, Dipartimento di Giurisprudenza. Vicepresidente del Collegio ABF di Roma. Mediatore, arbitro, formatore, responsabile scientifico di enti di formazione accreditati presso il Ministero della Giustizia per la mediazione. Formatore della Scuola Superiore della Magistratura e della Scuola Superiore dell’Avvocatura, oltre che docente presso le SSPL dell’Università di Napoli “Federico II”, dell’Università di Salerno e dell’Università del Molise. Componente della Commissione Mediazione del Consiglio Nazionale del Notariato. Magistrato onorario della Corte d’Appello di Napoli. Socio dell’AIA Associazione Italiana Arbitrato (ove è componente anche del Focus Group sulla mediazione) e dell’AISPC Associazione Italiana fra gli Studiosi del Processo Civile. Autore di oltre 400 contributi divulgativi e scientifici in tema di mediazione e ADR. Componente del Gruppo di lavoro per l’elaborazione degli schemi di decreto legislativo recanti modifiche in materia di procedure di mediazione e negoziazione assistita, nonché in materia di arbitrato istituito presso l’Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia; componente del Gruppo di lavoro per la predisposizione dei decreti ministeriali in materia di mediazione civile e commerciale e di negoziazione assistita presso il Gabinetto del Ministro della Giustizia.