Apprendistato con Umana: imparare facendo

Un modello competitivo per soddisfare la ricerca di professionalità nelle aziende

Una potente leva di placement, capace di sostenere l’occupazione dei giovani e al tempo stesso rispondere alle esigenze delle imprese. Sono già molte le aziende che hanno compreso il valore dell’Apprendistato, uno strumento che sta vivendo in questi ultimi due anni una nuova e positiva stagione. A cogliere l’occasione sono soprattutto quelle PMI che oggi cercano collaboratori capaci di immettersi subito nel circuito produttivo dell’azienda, ma che faticano a trovare profili adatti alle loro necessità. In un mercato del lavoro sempre più flessibile ed evoluto, il nodo da sciogliere è infatti ancora il dialogo fra formazione e impresa.

E in questo articolato e delicato contesto, l’Apprendistato, anche in somministrazione, è chiamato a rivestire sempre più efficacemente una funzione di raccordo tra le giovani generazioni e le aziende. Questo strumento – in tutte le sue declinazioni, sia esso di I, II o III tipo – affida oggi alle Agenzie per il Lavoro un ruolo centrale, anche in forza delle misure di politica attiva che hanno saputo valorizzarlo.

Le imprese potranno infatti godere dei vantaggi del rapporto triangolare proprio della somministrazione individuando quelle figure che più si attagliano alle loro esigenze, scegliendo giovani promettenti e motivati, intravedendo in loro i futuri collaboratori di fiducia, addestrandoli professionalmente sotto la propria guida e monitoraggio.

A sostenere le ragioni di un consenso crescente verso l’Apprendistato, c’è la revisione della disciplina (il cd “Codice dei Contratti”, introdotto con il D.Lgs. 81/2015) che ne ha rilanciato il senso e la fruibilità delineando nella pratica un modello in cui tutti vincono: vincono i giovani cui si rivolge, vincono le imprese che possono finalmente contare su risorse formate e motivate e vince quel mercato del lavoro che da tempo non registrava significativi segnali di ripresa verso un’occupazione stabile e di qualità.

È per questo che Umana, Agenzia per il lavoro che conta in Italia 130 filiali operative e impiega mediamente ogni giorno 23mila persone, prosegue il suo convinto cammino volto a promuovere l’Apprendistato in somministrazione, quale soluzione formativa integrata di alto valore aggiunto: «L’inserimento dei ragazzi in Apprendistato nelle nostre aziende clienti, in particolare professionalizzante di secondo livello, ma anche di I e III tipo, e la partecipazione di queste alla formazione e all’inserimento dei nuovi tecnici avanzati – spiega Maria Raffaella Caprioglio, presidente di Umana – sono favoriti dagli indubbi benefici generati dalla vera contaminazione quotidiana tra chi fa impresa e chi fa scuola. Una sinergia che cerchiamo di favorire e che crediamo possa dare un importante contributo di crescita economica, occupazionale e sociale a tutti gli attori coinvolti».

Con le novità introdotte dalla nuova disciplina, relative in particolar modo all’Apprendistato di I e III tipo, infatti, si pongono per la prima volta le fondamenta dell’Apprendistato cosiddetto duale, già da tempo introdotto con ottimi risultati in altri paesi europei, grazie al quale il mondo della formazione e quello del lavoro hanno finalmente la possibilità di dialogare, interconnettersi e mettere a fattor comune le rispettive necessità.