Nuova Sabatini, si entra nel vivo

La circolare ministeriale ha fornito tutta la modulistica necessaria per l’accesso al beneficio, che dovrà essere inviata direttamente alla banca o all’intermediario finanziario in formato elettronico, sottoscritta con firma digitale e inviata via PEC a partire dal prossimo 31 marzo

 

 

Con la pubblicazione della circolare ministeriale n. 4567 del MEF, entra nel vivo la corsa all’incentivo disposto dall’articolo 2 del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, ormai noto come Nuova Sabatini.

In palio, ci sono ben 2,5 miliardi di euro, che le imprese potranno ottenere in dote, sotto forma di contributo in conto interessi, per i propri investimenti.

É bene ricordarlo, la norma prevede che le imprese interessate possano richiedere un finanziamento (rilasciato da una banca o da un intermediario finanziario aderente alla convenzione con Cassa depositi e prestiti, presso la quale è stata costituita la provvista di fondi) per un importo non superiore a 2 milioni di euro (e un minimo di euro 20.000) a copertura totale delle spese ammissibili.

Il limite massimo di prestito concedibile può essere raggiunto anche attraverso più operazioni. In ogni caso, saranno agevolabili i soli prestiti erogati entro il 31 dicembre 2016, nel rispetto dell’autorizzazione di spesa prevista per l’intervento.

Il finanziamento, che potrà essere erogato anche nella formula del leasing finanziario, potrà avere una durata massima di cinque anni comprensiva del periodo di preammortamento o di prelocazione (pari al massimo di 12 mesi).

Gli aiuti saranno attribuiti nella forma del contributo in conto interessi, nel rispetto della normativa comunitaria vigente. In particolare, a fronte del prestito ottenuto dall’impresa, è riconosciuto un contributo pari all’ammontare complessivo degli interessi calcolati, in via convenzionale, al tasso di interesse del 2,75% su un finanziamento della durata di cinque anni e d’importo equivalente a quello concesso.

Il prestito concesso dovrà essere utilizzato per l’acquisto di macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, nonché di hardware, software e tecnologie digitali, classificabili, nell’attivo dello stato patrimoniale, alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4, dell’art. 2424 del codice civile, e destinati a strutture produttive già esistenti o da impiantare, ovunque localizzate nel territorio nazionale.

Non sono, in ogni caso, ammessi i costi relativi a commesse interne, le spese relative a macchinari, impianti e attrezzature usati, le spese di funzionamento, le spese relative a imposte, tasse e scorte, nonché i costi inerenti il contratto di finanziamento. Sono sempre esclusi i singoli beni di importo inferiore a 500,00 euro, al netto dell’IVA.

La circolare ministeriale ha fornito tutta la modulistica necessaria per l’accesso al beneficio, che dovrà essere inviata direttamente alla banca o all’intermediario finanziario in formato elettronico, sottoscritta con firma digitale e inviata via PEC a partire dal prossimo 31 marzo.

Ovviamente, dato il contingentamento delle risorse, le istanze resteranno presentabili fino al loro esaurimento, che sarà comunicato tramite avviso pubblico sui siti del Ministero dello sviluppo economico e di Cassa depositi e prestiti, oltre che in Gazzetta Ufficiale.

Nel caso di contributo superiore a 150mila euro, l’impresa richiedente dovrà produrre anche dichiarazione antimafia, ai sensi dell’articolo 85 del D.Lgs. n. 159/2011.
Saranno le banche o gli intermediari finanziari interessati che dovranno verificare la documentazione esibita e il rispetto dei requisiti previsti dalla norma.

Completata l’istruttoria, banche e intermediari trasmetteranno alla Cassa Depositi e Prestiti la richiesta di disponibilità dei fondi che, in caso di esaurimento, potrà essere evasa anche parzialmente, lasciando all’impresa la scelta di accettare o meno la riduzione.