Il successo nella musica? Ce lo spiega l’analisi dei Big Data

Tre studenti dell’Università di Milano-Bicocca, studiando un anno mondiale di ascolti su Spotify, hanno tracciato l’identikit del cantante primo in classifica. La parola ad Alberto Raimondi, Davide Meloni e Silvia Santamaria

 

Il vostro lavoro accademico consente di studiare come è possibile applicare l’analisi dei dati al giornalismo. Il primo focus è stato musicale…ma potevano essere altri gli ambiti di applicazione?
Alberto Raimondi: «Il nostro progetto nasce nel contesto della laurea magistrale in Data Science dell’Università degli studi di Milano-Bicocca, in particolare per l’esame di data management. L’idea da cui siamo partiti è stata quella di creare un database che integrasse più fonti per poi poter analizzare il panorama musicale globale nel successivo esame di data visualization. Abbiamo analizzato le classifiche messe a disposizione da Spotify – piattaforma per lo streaming musicale – per ogni giorno del 2017 in ogni Paese in cui è presente, dopodichè abbiamo raccolto i dati riferiti a queste canzoni da varie fonti in modo automatico. Il risultato è stato il nostro database, chiamato Spotiwhy. Gli ambiti di applicazione possibili per queste tecniche sono però moltissimi e spaziano dalla musica, alla analisi dei risultati delle partite di calcio come stanno provando a fare alcuni nostri colleghi. Ogni giorno viene prodotta una grandissima quantità di Big Data. A partire dai messaggi che inviamo con il nostro telefono, alle chiamate che effettuiamo ogni giorno ma anche più semplicemente quando andiamo a fare la spesa o usufruiamo di un servizio di car sharing. Questi dati potrebbero essere di grande utilità, ma devono essere analizzati così da poter estrarre informazioni di valore per migliorare un servizio o prendere una decisione in modo più consapevole».

Analizzando un anno di ascolti – il 2017 – su Spotify, siete riusciti a scovare come si crea un cantante di successo? Qual è l’identikit dell’artista?
Davide Meloni: «Il cantante perfetto dovrebbe essere di genere maschile. Infatti abbiamo visto che le classifiche di Spotify del 2017 vedono prevalere in maniera molto netta gli uomini sulle donne e sulle band. Tra le poche donne di successo del 2017 esempi notevoli sono Taylor Swift e Camila Cabello con la sua canzone Havana, mentre tra le band migliori ci sono sicuramente i Chainsmokers. Per quanto riguarda la provenienza geografica, la maggior parte degli artisti viene da Nord America ed Europa e ovviamente parla inglese, caratteristica quasi fondamentale per raggiungere il successo a livello globale. Il pubblico di Spotify è molto curioso e spesso artisti emergenti vedono i propri pezzi salire in classifica. L’artista perfetto ha una carriera iniziata da circa 10 anni, anche se durante il periodo natalizio ritornano in classifica anche brani e artisti che sono sul mercato da più tempo con i classici natalizi. Dall’analisi dei testi possiamo inoltre concludere che gli artisti che vogliono fare successo devono trattare temi semplici, condivisibili dalla maggior parte delle persone.
Noi ci siamo immaginati il cantante perfetto come una via di mezzo tra Ed Sheeran e Luis Fonsi, il cantante di Despacito. Insieme hanno infatti dominato le prime posizioni della classifica del 2017».

Cosa distingue un successo da un flop?
Silvia Santamaria: «Analizzando questa grandissima quantità di dati possiamo dire di avere la ricetta perfetta per creare una hit di successo, almeno per l’anno 2017. La canzone più popolare deve essere di genere pop, anche se a sprazzi torna alla ribalta il rap; le canzoni latine invece possono avere grande successo ma solo in estate. Il brano non deve essere né troppo corto, né troppo lungo. In genere bastano 3 minuti e mezzo.
Ci deve anche essere un perfetto equilibrio tra ballabilità, grado di positività e carica di energia trasmesse dal pezzo. Queste caratteristiche devono prevalere sul grado di acusticità».

È emersa, dunque, anche una stagionalità precisa per essere famosi…
Alberto Raimondi: «Il periodo dell’anno influisce fortemente sulle metriche d’ascolto di Spotify. Abbiamo infatti visto che durante estate e primavera gli ascolti tendono ad aumentare; questo ha due principali conseguenze: da un lato una canzone ha più chance di essere ascoltata e di entrare in classifica, dall’altro i brani rimangono in classifica per un periodo più limitato in quanto gli ascoltatori tendono a cambiare molto nei mesi estivi».

Anche il genere viene influenzato?
Davide Meloni: «I successi invernali e autunnali sono marcatamente pop mentre nei mesi più caldi la gente preferisce ascoltare musica dal ritmo latino e più ballabile».

I dati raccontano anche che ci sono parole utilizzate più di frequente…sono banali questi nuovi cantanti famosi?
Silvia Santamaria: «Analizzando i testi delle canzoni abbiamo visto che le parole più ricorrenti sono “Love”, “Know” e “Need”, cioè parole che trattano di amore e amicizia, temi condivisibili da un pubblico molto ampio. I cantanti trattano argomenti molto simili tra loro in modo da far immedesimare gli ascoltatori, risultando a volte scontati. È necessario un tocco personale e creativo per scalare la classifica e questo elemento non può essere spiegato da nessun algoritmo».