In memoria di Antonino Russo, il re dell’oro rosso

L’avventura imprenditoriale e personale di un capitano d’azienda con una concezione antica del fare impresa; un imprenditore illuminato che, forte della sua capacità di riuscire a vedere lontano e a comprendere prima degli altri le evoluzioni del settore, dotato di un mirabile intuito, ha dato vita a un importante “gruppo industriale” leader nel settore conserviero

 

A RUSSOCon la scomparsa di Antonino Russo – avvenuta il 21 gennaio 2014 – il settore conserviero ha perso uno dei principali protagonisti di un comparto, quello del pomodoro, che rappresenta l’ossatura dell’economia salernitana e campana. Oltre il 50% del fatturato italiano dei derivati del pomodoro, pari a 2,5 miliardi di euro, è infatti realizzato tra le province di Napoli e Salerno.
Ed è proprio sul confine tra le due province campane, tra i comuni di Angri e Sant’Antonio Abate che Russo inizia, oltre 50 anni fa, la sua avventura di conserviero che lo porterà ad essere definito il “re del pomodoro”.
Quinto di dieci figli, Russo nasce a Sant’Antonio Abate l’11 febbraio del 1931 da una famiglia di commercianti di vino e crusca. Nell’immediato secondo dopoguerra, con il fratello Mario, inizia a lavorare nell’attività di famiglia, ma subito dopo intuisce la forte potenzialità del settore delle conserve vegetali.

Nel 1962, infatti, fonda la sua prima industria conserviera “La Gotica” posizionandosi fin da subito in maniera eccellente sul mercato, tanto che nove anni dopo vede la luce lo stabilimento Ipa di via Buonconsiglio a Sant’Antonio Abate. Nel 1979, poi, La Gotica viene assegnata ad una nuova società di capitali, la Conserviera Sud S.r.l..

In questo periodo Russo aderisce al mondo confindustriale, attraverso l’iscrizione ad Anicav prima e alla Territoriale di Salerno subito dopo. Nell’associazione di categoria dei conservieri ricoprirà ruoli di vertice (vice Presidente e consigliere incaricato) per più di un ventennio.

Nel 1983 acquista un’azienda dismessa per creare, insieme a quattro soci, La Perla Conserve. Dopo le prime iniziali difficoltà, i soci lasciano, ma Russo, forte del suo intuito e della sua lungimiranza, riconverte la produzione e l’azienda inizia a volare.

Sul finire degli anni ‘80, comprendendo, prima di altri, l’importanza di diversificare gli investimenti in una logica di presidio nelle diverse fasi della filiera produttiva, rileva un’azienda dalle partecipazioni statali trasformandola nella Velibox, che diventa così uno scatolificio moderno.

Nel 2000 nasce il gruppo AR-Industrie Alimentari Spa, in cui confluiscono le società Ipa, Conserviera Sud e La Perla Conserve.

Nel 2001 Russo rileva dalla Unilever il marchio di conserve Napolina, che fatturava 10 milioni di sterline, pagandolo 12 milioni di sterline. Vende, quindi, il 51% della quota del marchio alla Princes Limited, colosso inglese che fa capo ai giapponesi di Mitsubishi, con cui già nel 1970 Russo aveva sottoscritto un accordo commerciale per la distribuzione dei suoi prodotti in Gran Bretagna.

Come ha affermato Russo in una delle ultime interviste rilasciate alla stampa, il marchio con cui vengono venduti pomodoro, paste alimentari, olio d’oliva e conserve, fattura circa 120 milioni di sterline e ha il 30 per cento della quota retail dell’UK.

Nel 2002, i partner storici del gruppo AR, gli inglesi della Princes Ltd, acquisiranno una partecipazione del 7% del capitale dell’AR, avviando quella che sarà la vera svolta del gruppo.
Nel 2007, Antonino Russo pone in essere “l’investimento della sua vita”: quasi 110 milioni di euro, in quattro anni, per costruire “lo stabilimento produttivo più grande in Europa per la trasformazione del pomodoro”, quello di Incoronata (Foggia). Con una superficie di 500mila metri quadrati, di cui100mila coperti, lo stabilimento è dotato di impianti produttivi che consentono la trasformazione di circa 400mila tonnellate di pomodoro fresco anche biologico e di impianti per la produzione di scatole in banda stagnata ed etichettaggio e confezionamento.

Un investimento importante che rappresenterà “il fiore all’occhiello” della sua storia imprenditoriale. Lo stesso Russo ha dichiarato in una intervista: «Non avevo soldi, né terra. Mia madre possedeva solo 6mila metri di terreno e dopo molte insistenze, perché si preoccupava di cosa avrebbe lasciato agli altri figli, me ne cedette 2mila per iniziare. Ecco, tutto è nato da lì. E oggi, che ho quasi 1 milione di metri quadrati di suolo produttivo o commerciale, quasi mi viene da ridere. Si può dire che sono cresciuto di 20mila metri quadrati l’anno».

 

Una storia, quella di don Antonino, di vero e proprio self-made man: capitano d’azienda, con una concezione antica del fare impresa e, al contempo, imprenditore illuminato che, forte della sua capacità di riuscire a vedere lontano e a comprendere prima degli altri le evoluzioni del settore, credendo fortemente nel suo intuito, ha realizzato un importante “gruppo industriale”.
Nel 2012, risentendo inevitabilmente della crisi, Antonino Russo firma un accordo con Mitsubishi: al gruppo giapponese va il 51% della NewCo Pia Princes Industrie Alimentari, che avrà la proprietà dello stabilimento di Foggia e la sede legale e amministrativa ad Angri.

AR Industrie Alimentari conserverà il controllo di tutti gli altri stabilimenti italiani del gruppo (Conserviera, Ipa e La Perla), che produrranno interamente per Princes Industrie Alimentari, di cui, don Antonino, sarà, fino alla sua dipartita, Presidente onorario.