Welfare aziendale: quali sono i benefit possibili

Il welfare aziendale sta assumendo un’importanza crescente nelle politiche di gestione del personale delle imprese italiane. 

Si tratta dell’insieme di benefit, servizi e prestazioni non monetarie che l’azienda mette a disposizione dei dipendenti per aumentarne il potere d’acquisto, la serenità e il benessere psico-fisico.

L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita lavorativa, incrementare la motivazione, favorire la conciliazione vita-lavoro e possibilmente aumentare la produttività. 
Le origini possono farsi risalire agli anni ’50/’60, ma è dagli anni ’80 che ha conosciuto una diffusione più ampia.

Oggi è un fenomeno in continua espansione, con sempre più aziende che decidono di investire in questo ambito come leva strategica di gestione del personale, di attrazione dei talenti e di relazioni industriali.

Il welfare genera vantaggi sia per i dipendenti che per il datore di lavoro, con ricadute positive sul clima aziendale, la retention e la produttività. Ecco un approfondimento sui temi del welfare e del benessere in azienda, mentre di seguito vediamo le principali caratteristiche di alcuni benefit, in particolare i buoni pasto.

I principali benefit del welfare aziendale

I benefit sono una componente fondamentale del welfare aziendale e possono assumere diverse forme a seconda delle esigenze dell’azienda e dei lavoratori. Tra i più diffusi vi sono i buoni pasto, che consentono ai dipendenti di pagare il pranzo senza utilizzare denaro proprio.

Rappresentano un risparmio economico e garantiscono una pausa pranzo salutare e dignitosa. Altro tassello importante è la previdenza integrativa, ovvero l’adesione a fondi pensione complementari per integrare la pensione pubblica e mantenere un tenore di vita adeguato dopo il pensionamento.

L’azienda può contribuire versando un importo ai fondi negoziali o preesistenti. Nell’ambito sanitario, le polizze assicurative rimborsano le spese mediche extra SSN, mentre i servizi di assistenza forniscono supporto al lavoratore in difficoltà, ad esempio con familiari anziani o disabili.

Per favorire il work-life balance si ricorre ad asili nido aziendali, flessibilità di orario per madri, congedi parentali oltre gli obblighi di legge, smart working e telelavoro.
Altri possibili vantaggi sono i cosiddetti flexible benefits, quali per esempio abbonamenti in palestra, voucher per viaggi, concierge aziendale, convenzioni con esercizi commerciali, centri estivi per i figli e molto altro in base alle specifiche esigenze.

I buoni pasto: perché sono uno dei benefit preferiti da lavoratori e aziende

I buoni pasto sono uno dei benefit più apprezzati dai lavoratori nell’ambito del welfare aziendale. Si tratta di ticket che l’azienda eroga ai dipendenti per permettere loro di pagare la pausa pranzo senza utilizzare denaro proprio.

I buoni pasto presentano vantaggi sia per il datore di lavoro che per il dipendente. Per l’azienda rappresentano un costo deducibile e sono totalmente defiscalizzati. Per il dipendente costituiscono un aumento del potere d’acquisto e la garanzia di una pausa pranzo soddisfacente.

I buoni pasto possono essere erogati sia in formato cartaceo che elettronico. Il buono cartaceo viene consegnato materialmente al lavoratore ogni mese. Si tratta di un carnet di tagliandi ciascuno del valore stabilito dal contratto. Il buono elettronico invece è memorizzato su una card aziendale o su un’app dedicata e il valore viene scalato ogni volta che il dipendente lo utilizza.

Il valore del singolo buono pasto in genere va dai 5 agli 8 euro e può essere speso presso tutti i locali convenzionati, come bar, ristoranti, gastronomie, supermercati ed esercizi alimentari. Ogni azienda decide liberamente quanti buoni pasto erogare a ciascun dipendente, tenendo conto dei giorni lavorativi effettivi nel mese. Di solito il numero va da un minimo di 20 a un massimo di 26 buoni al mese per un lavoratore a tempo pieno.

Le modalità di erogazione e fruizione sono regolate da norme specifiche in ambito fiscale e del diritto del lavoro. Ad esempio, i buoni possono essere utilizzati quando si fa la spesa, per l’acquisto di generi alimentari.

Si può affermare che i buoni pasto costituiscono uno dei benefit più efficaci e apprezzati nell’ambito del welfare aziendale, con ricadute positive sulla qualità della vita lavorativa e sulla produttività.

A chi conviene il welfare aziendale

Adottare piani di welfare in azienda conviene, sia ai datori di lavoro che ai dipendenti. Per le aziende si tratta di un investimento strategico, non un costo. Un ambiente di lavoro che mette al centro il benessere delle persone migliora il clima aziendale e la voglia di impegnarsi di ciascuno.

Ne beneficia la produttività. Inoltre, molti benefit godono di sgravi fiscali interessanti, che alleggeriscono il carico contributivo. E poi un’azienda attenta al welfare attrae più facilmente i talenti, soprattutto i più giovani.

Dalla parte dei lavoratori, il welfare integra lo stipendio con bonus esentasse. Aiuta a conciliare vita privata e lavoro, semplificando la quotidianità di chi magari ha famiglia. Le iniziative di welfare accrescono la serenità e la soddisfazione delle persone. Ci si sente più tutelati e motivati a dare il massimo sul lavoro.

In conclusione, un welfare ben pensato genera vantaggi tangibili per tutti. È una strategia win-win da considerare attentamente sia nelle piccole che nelle grandi realtà aziendali del nostro Paese.