Risonanza magnetica, le nuove linee guida dell’Inail

A distanza di dieci anni un necessario aggiornamento su ruoli e compiti delle due figure professionali codificate negli standard come responsabili della sicurezza

 

In Italia, l’installazione e l’uso delle apparecchiature diagnostiche a Risonanza Magnetica (RM) sono regolati da un quadro normativo ormai vetusto, nel quale l’atto più recente è rappresentato dal D.P.R. 542/1994 con il quale sono stati codificati gli standard di sicurezza ancora vigenti.

Il profondo mutamento dovuto all’evoluzione scientifica e tecnologica che ha caratterizzato negli ultimi venti anni la diagnostica per immagini a scopo medico con tomografia RM (in particolare, utilizzando campi statici di induzione magnetica sempre più elevati, cui si associano radiofrequenze e gradienti sempre più spinti che danno vita ogni giorno ad apparecchiature via via più sofisticate e performanti), si è purtroppo accompagnato ad un’inopportuna stasi normativa relativamente alle modalità di installazione e gestione in sicurezza dei tomografi, creando così una situazione dicotomica che ha generato livelli di rischio non sempre codificati, problematiche di carattere gestionale e operativo piuttosto significative e un’inadeguatezza – anche solo parziale – delle soluzioni precedentemente adottate.

Nel 2004 l’ISPESL (ora INAIL, Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed Ambientale) ritenne opportuno scrivere le prime “Indicazioni operative: procedure autorizzative e gestionali relative all’installazione ed uso di apparecchiature diagnostiche a risonanza magnetica”, che hanno rappresentato il primo tentativo di standardizzare l’approccio alla materia.
A distanza di dieci anni è parso doveroso elaborare per le medesime un aggiornamento, che tenesse conto dei profondi cambiamenti sopra introdotti e che si ponesse quale strumento utile per la comunità scientifica di settore, al fine di ispirare approcci gestionali e strategie prevenzionistiche più moderni – sempre nel rispetto degli standard sanciti nel 1994 – e finalmente bene allineati con gli attuali contesti operativi e, possibilmente, anche con quelli prossimi. Al centro dell’attenzione delle “Indicazioni Operative” 2015 – pubblicate on line dall’INAIL lo scorso 8 settembre (http://www.inail.it/internet/default/INAILcomunica/p/ListaPubblicazioni/index.html) – come già avvenuto un decennio fa nelle precedenti Indicazioni operative, sono i ruoli e i compiti delle due figure professionali codificate negli standard come responsabili della sicurezza: il Medico Responsabile dell’attività dell’impianto (MR) e l’Esperto Responsabile della sicurezza (ER).

È in particolare a loro e alle strutture sanitarie ove svolgono la propria attività che è rivolta la pubblicazione, proponendo una concezione di gestione complessiva, che affronta aspetti fortemente operativi, con l’obiettivo di rappresentare un valido ed efficace modello operativo di confronto senza tentare di imporre uno standard univoco.
Le “Indicazioni Operative” 2015 rappresentano quindi la logica evoluzione di quelle del 2004, arricchite e maturate non solo alla luce della intensa attività ispettiva svolta in questo decennio, ma anche e soprattutto grazie all’impegno profuso nelle attività di studio e di ricerca che l’INAIL ha sempre sostenuto e incoraggiato, così fornendo lo stato dell’arte relativo alle conoscenze di tutte le problematiche di sicurezza ad oggi note per un tomografo di risonanza magnetica, con particolare attenzione alla progettazione dei siti RM e degli impianti di sicurezza ad esso asserviti.
Per tutto quanto non esplicitamente trattato nel documento 2015, si rimanda in realtà a quanto già statuito con le Indicazioni operative del 2004 e con le successive pubblicazioni monografiche INAIL puntualmente richiamate nel testo.

L’auspicio degli autori è che il risultato finale possa consentire di sistematizzare un patrimonio di esperienza e di condivisione al quale l’intera comunità scientifica ha in tanti anni contribuito, nella convinzione che la sicurezza non debba essere percepita come un ostacolo da superare per lo svolgimento della propria attività, ma piuttosto come parte integrante di una strategia propedeutica allo svolgimento dell’attività stessa, utile, se correttamente perseguita, a facilitarne l’intera gestione.
L’obiettivo della pubblicazione dell’Istituto è quello di trasmettere non solo informazioni tecniche e procedure operative, ma anche una conoscenza di più ampio spettro, indirizzandosi, oltre che ai responsabili della sicurezza – quali principali attori in questo contesto – a tutti i soggetti direttamente o indirettamente coinvolti nella gestione e nell’utilizzo delle apparecchiature dai datori di lavoro, alla direzione sanitaria, ai medici radiologi, ai medici specialisti non radiologi, fisici medici, ingegneri clinici, medici competenti e anche, a completamento, alle unità di personale afferenti all’Organo di vigilanza locale.

É auspicabile inoltre che le indicazioni ivi riportate possano essere di ausilio ai Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali, i quali, in sinergia con l’INAIL, svolgono ai sensi dell’art.7 del già citato D.P.R. 542/1994 e dell’art.9 comma 6 lettera i) del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. quelle attività di vigilanza e di controllo sulle quali l’INAIL intende perpetuare e rinnovare, anche con questo documento, il proprio impegno, al fine di vedere sempre garantita, sull’intero territorio nazionale, una uniforme e univoca applicazione degli standard di sicurezza normativamente vigenti.
Le “Indicazioni Operative” 2015 rappresentano la logica evoluzione di quelle del 2004, arricchite e maturate soprattutto grazie all’impegno profuso nelle attività di studio e di ricerca che l’INAIL ha sempre sostenuto e incoraggiato, così fornendo lo stato dell’arte relativo alle conoscenze di tutte le problematiche di sicurezza ad oggi note per un tomografo di risonanza magnetica, con particolare attenzione alla progettazione dei siti RM e degli impianti di sicurezza ad esso asserviti

 

Per tutto quanto non esplicitamente trattato nel documento 2015, si rimanda in realtà a quanto già statuito con le Indicazioni operative del 2004 e con le successive pubblicazioni monografiche INAIL puntualmente richiamate nel testo.

L’auspicio degli autori è che il risultato finale possa consentire di sistematizzare un patrimonio di esperienza e di condivisione al quale l’intera comunità scientifica ha in tanti anni contribuito, nella convinzione che la sicurezza non debba essere percepita come un ostacolo da superare per lo svolgimento della propria attività, ma piuttosto come parte integrante di una strategia propedeutica allo svolgimento dell’attività stessa, utile, se correttamente perseguita, a facilitarne l’intera gestione.
L’obiettivo della pubblicazione dell’Istituto è quello di trasmettere non solo informazioni tecniche e procedure operative, ma anche una conoscenza di più ampio spettro, indirizzandosi, oltre che ai responsabili della sicurezza – quali principali attori in questo contesto – a tutti i soggetti direttamente o indirettamente coinvolti nella gestione e nell’utilizzo delle apparecchiature dai datori di lavoro, alla direzione sanitaria, ai medici radiologi, ai medici specialisti non radiologi, fisici medici, ingegneri clinici, medici competenti e anche, a completamento, alle unità di personale afferenti all’Organo di vigilanza locale.

É auspicabile inoltre che le indicazioni ivi riportate possano essere di ausilio ai Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali, i quali, in sinergia con l’INAIL, svolgono ai sensi dell’art.7 del già citato D.P.R. 542/1994 e dell’art.9 comma 6 lettera i) del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. quelle attività di vigilanza e di controllo sulle quali l’INAIL intende perpetuare e rinnovare, anche con questo documento, il proprio impegno, al fine di vedere sempre garantita, sull’intero territorio nazionale, una uniforme e univoca applicazione degli standard di sicurezza normativamente vigenti.