Responsabilità sociale e autovalutazione delle Pmi

Il monitoraggio delle buone pratiche consente l’attuazione di processi virtuosi di miglioramento.

 

Parlare di responsabilità sociale (Corporate Social Responsability – CSR) per le moderne organizzazioni lavorative comporta investire maggiormente nel capitale umano, nell’ambiente e nelle relazioni con clienti, fornitori, lavoratori, collettività e tutte le parti interessate che entrano, a vario titolo, in rapporto con l’azienda. La responsabilità sociale, infatti, pone l’accento sul ruolo che i tre ambiti del sociale, dell’ambiente e dell’economia svolgono rispetto alla singola impresa e sull’equilibrio che l’azienda è in grado di stabilire fra questi tre ambiti. Il vantaggio derivante dall’impegno da parte delle organizzazioni lavorative su tale tematica può portare sia a maggior produttività della singola organizzazione, sia a una sua maggiore competitività rispetto alle altre organizzazioni.

Con la diffusione della CSR, si registra una più ampia diffusione della “cultura dell’autovalutazione”, favorita sia dai premi qualità sia dagli stessi standard ISO 9000, in particolare dalla ISO 9004 relativa al sistema di gestione della performance aziendale per la qualità.
Nel linguaggio corrente che caratterizza i periodi storici, si assiste a una diffusione maggiore di alcuni vocaboli ed espressioni in luogo di altri: tra questi, troviamo “eccellenza” e “modelli di eccellenza”, con cui possiamo identificare quadri concettuali di riferimento per la “valutazione e il miglioramento delle organizzazioni”.
INAIL-Settore Ricerca ha portato a termine e sta diffondendo un progetto di ricerca relativo alla creazione di uno strumento semplice e di facile utilizzo, denominato “Modello di autovalutazione delle performance aziendali in ambito Responsabilità Sociale”, con cui le piccole e medie imprese possono monitorare nel tempo le loro prestazioni e maturare la consapevolezza del ruolo che esse possono svolgere in quanto “modelli socialmente responsabili”.
L’utilizzo ripetuto dello strumento e l’adozione del Modello di responsabilità sociale proposto, da parte degli imprenditori, favoriscono la diffusione dei principi e dei valori tipici della CSR e quindi l’attuazione di processi virtuosi di miglioramento basati su periodiche valutazioni che possono diventare base per un confronto costruttivo sulle buone pratiche settoriali e per un loro maggiore sviluppo.

Il “Modello di autovalutazione delle performance aziendali in ambito Responsabilità Sociale” è stato progettato seguendo una logica architetturale su più livelli fino a giungere alla formulazione di vere e proprie domande singole. Queste sono da considerarsi come punti chiave di riflessione rispetto ai quali l’imprenditore è chiamato a valutare il proprio contesto aziendale.
Il primo livello dell’architettura del Modello prevede le seguenti tre macro dimensioni di analisi di carattere generale:

  1. 1.    Governance
  2. 2.    Comportamento
  3. 3.    Parti interessate

La scelta di strutturare in queste macro dimensioni il modello è dettata dall’esigenza di scomporre l’azienda in tre aree ben definite di analisi e rintracciabili in qualsiasi PMI, a prescindere dalla dimensione e dal settore di appartenenza.
La “Governance” è intesa come sistema delle decisioni, è l’insieme di regole, espresse ad ogni livello dell’organizzazione, che disciplinano la gestione della PMI. A questa accezione il Modello ricollega anche quella di sistema di gestione, ovvero tutta la struttura organizzativa e la rete dei processi che assicurano il perseguimento degli obiettivi aziendali.
Il “Comportamento” è il modo di agire e reagire di una PMI che inevitabilmente è espressione di atteggiamenti interni che si riflettono sia sulla vita di relazione interna che sulle relazione con altri soggetti esterni. Più nel dettaglio questa macro dimensione affronta tutto ciò che riguarda le modalità con cui l’azienda gestisce le relazioni.
Gli Stakeholder, o “Parti interessate”, sono intesi come gli elementi interni o esterni, generalmente portatori di interesse verso la PMI. L’azienda socialmente responsabile è quindi un’azienda che non può e non vuole prescindere dal proprio contesto sociale e territoriale e che individua il proprio obiettivo strategico nell’integrazione tra azienda, comunità e ambiente.

Il modello che è risultato come prodotto finale del progetto di ricerca, fornisce un semplice strumento di autovalutazione: è sufficiente rispondere a 49 domande, con risposta dicotomica (“si” o “no”) e/o una scala di valutazione (da 1 a 5), per ottenere in meno di un’ora e in modo automatico una presentazione sintetica ed efficace degli eventuali scostamenti rispetto alla linea d’eccellenza. Ogni risposta concorre al raggiungimento del punteggio totale della dimensione analizzata. I risultati, seppur positivi, non costituiscono, tuttavia, una certificazione di eccellenza dell’azienda: in tal senso, il modello proposto tende a incoraggiare una crescita delle aziende socialmente responsabili, senza però interferire con altre pratiche di incentivazione aziendale avviate dall’Inail.
Lo strumento è applicabile senza l’aiuto di intermediari; esso può anche dare occasione a un interessante confronto dialettico all’interno dell’organizzazione attraverso la comparazione delle diverse percezioni individuali.
La valutazione del grado di adesione ai principi di responsabilità sociale dell’azienda risultante dall’applicazione del modello viene rappresentata automaticamente secondo modalità a grafico, con cui si rappresenta la sintesi dei valori ottenuti nelle tre macro dimensioni e, con ulteriore analisi, tra le dodici dimensioni del modello, costituite, rispettivamente, da: politica aziendale e suoi obiettivi; l’organizzazione dell’impresa; risultati e miglioramento conseguiti nel tempo; comportamento riguardo al rispetto dei diritti della persona; salute e sicurezza; rapporti con le “Parti interessate”, soci, organi societari, lavoratori, clienti, collaboratori, altre imprese, comunità e istituzioni, fino alla valutazione dei rapporti con la dimensione della concorrenza.
Il valore più importante del modello risiede nella capacità di stimolare l’evoluzione positiva dell’organizzazione verso la CSR riscontrando nel tempo lo score e l’andamento dello scostamento dalla linea dell’eccellenza. Partendo dal valore iniziale dello score possono essere strategicamente individuati valori obiettivo più avanzati e possono essere sviluppati piani di azione tempificati al compimento dei quali lo strumento fornirà la dimostrazione misurata del miglioramento ottenuto.
Lo strumento si presta anche a una valutazione comparativa tra concorrenti o unità organizzative diverse di realtà più complesse.

In conclusione, la sistematica applicazione del modello dimostra e documenta l’attenzione del management verso la responsabilità sociale d’impresa e, soprattutto, costituisce un elemento utile di valutazione delle prestazioni fornite dalle organizzazioni lavorative, sia profit che non profit.

 

di Fiorisa Lentisco, Adriano Papale, Pina Galzerano, Ilaria Rossi – Dipartimento medicina del lavoro; di Adriano Papale, Dipartimento processi organizzativi Inail Settore Ricerca, Certificazione e Verifica e di Giovanni Bogani e Giacomo Petrini, Consorzio universitario in ingegneria per la qualità e l’innovazione