La cessione del quinto spopola dai dipendenti privati: quando conviene?

A parlare sono i numeri. I prestiti con cessione del quinto sono sempre più protagonisti del mercato del credito al consumo per la loro convenienza e peculiarità. Questa forma di finanziamento non finalizzato prevede che il rimborso avvenga mediante una trattenuta diretta dallo stipendio o dalla pensione nella misura massima di un quinto del totale. Ma non è l’unico aspetto a differenziare la cessione del quinto da un prestito personale.

Un elemento che caratterizza questa forma di finanziamento è sicuramente quello della garanzia del rimborso: sono il datore di lavoro o l’ente pensionistico ad assicurare il pagamento del debito, versando ogni mese le rate trattenute dalla busta paga o dalla pensione. Ecco perché anche chi ha avuto problemi di natura finanziaria o risulta protestato può accedere a questa forma di credito senza incappare in alcuna difficoltà.

Chi opta per la cessione del quinto dello stipendio o della pensione dovrà inoltre stipulare obbligatoriamente una assicurazione rischio vita e/o rischio impiego, in base al fatto che si sia pensionati o dipendenti, in modo da garantire all’istituto di credito il rimborso del finanziamento in caso di decesso o perdita del posto di lavoro.

Oggi la cessione del quinto è in forte ascesa grazie anche ai tassi di interesse più convenienti. Nel quarto trimestre del 2022, infatti, il tasso applicato ai prestiti personali è pari al 5,88%, mentre nel primo trimestre dell’anno la percentuale era pari al 5,48%. Ci si trova, dunque, decisamente dinanzi a condizioni più vantaggiose quando si ha a che fare con la cessione del quinto: al primo troviamo i dipendenti pubblici (3,45%), seguiti dai pensionati (3,80%) e dai dipendenti privati (4,71%).

Ed è proprio quest’ultima categoria a ricorrere più frequentemente ai prestiti con cessione del quinto dello stipendio. Lo rivela l’Osservatorio Prestiti di PrestitiOnline.it: nel corso del quarto trimestre 2022 le cessioni del quinto erogate ai dipendenti privati rappresentano il 52,1% del campione esaminato.

Al secondo posto tra i destinatari di questa forma di finanziamento ci sono i pensionati (30,8%), mentre in terza posizione i dipendenti pubblici (17,1%). La durata media più frequentemente scelta è pari a 10 anni, mentre l’importo medio ammonta a 20.823 euro. Un dato in aumento rispetto al trimestre precedente quando l’ammontare medio era di 19.810 euro.

La cessione del quinto piace

A far richiedere i prestiti con cessione del quinto nel mercato del credito al consumo è anche la possibilità di ottenere importi elevati. La somma massima del finanziamento è legata, infatti, sia al tipo di retribuzione sia al livello di anzianità lavorativa di chi richiede il prestito.

Un altro fattore che viene valutato dalla compagnia di assicurazione, con cui verrà sottoscritta la copertura obbligatoria, è inoltre l’affidabilità dell’azienda in caso di dipendenti privati. Discorso diverso se prendiamo in considerazione un prestito personale tradizionale, l’importo dipenderà dal profilo di chi richiede il prestito e dalla disponibilità dell’istituto di credito con cui ci si interfaccia. La durata media di un classico prestito è inferiore di quella di un prestito con cessione del quinto, garantito dall’azienda o dall’ente pensionistico.

Dalla cessione del quinto al doppio quinto

Tasso fisso e rate costanti caratterizzano questa forma di prestito non finalizzato: il richiedente non deve spiegare l’uso che farà del denaro richiesto alla banca o alla finanziaria.

Inoltre, i dipendenti pubblici e privati possono far ricorso anche alla delega, nota anche come “doppio quinto”, ossia un altro prestito sempre con rata massima di 1/5 dello stipendio e durata massima di 120 mesi. I richiedenti si ritroveranno lo stipendio impiegato fino al 40%. Il doppio quinto può essere richiesto contestualmente alla cessione del quinto o anche successivamente, ma la domanda potrebbe essere anche rigettata.