L’Italia in linea

ely Szajkowicz webSul fronte italiano è cioè mancato un fattore centrale, quello di una informazione economica  “dedicata” ad Africa, Medio Oriente e Mediterraneo

La scarsa presenza delle imprese italiane nel Mediterraneo e ancora di più in Africa e Medio Oriente è dovuta a fattori complessi, alcuni dei quali legati alla florida stagione dell’economia italiana ed europea degli scorsi decenni, altri legati alla struttura industriale italiana, come la dimensione d’impresa, collegamenti aerei spesso non diretti, scarsa conoscenza delle lingue veicolari. A ciò deve poi aggiungersi un elemento storico di estrema importanza e cioè il passato coloniale di Francia, Germania, e Inghilterra, che ha lasciato in consegna alle generazioni successive una indubbia maggiore familiarità con queste aree, a cominciare appunto dalla lingua veicolare.

 

Un enorme flusso di informazioni provenienti da queste aree ha così alimentato in maniera privilegiata i giornali europei di informazione specializzata francesi e inglesi, da The Guardian a Jeune Afrique, solo per citarne i più famosi, cui si aggiungono l’informazione e il supporto dei Ministeri degli Esteri tedeschi, francesi e inglesi, vere e proprie macchine da guerra dell’informazione economica. Tutto questo si è tradotto in una mancanza di competitività del Sistema Italia rispetto a quello di Francia, Germania e Inghilterra, i principali competitors del nostro Paese in queste aree geografiche.

Accanto alle ragioni economiche deve poi essere valutata come elemento deterrente per le imprese anche una sorta di resistenza psicologica, spesso alimentata da una informazione nazionale che quando si è occupata di Africa è stata troppo spesso oscillante tra l’immagine di un bambino con gli occhi tristi e affamati, evocativa dei problemi atavici del continente africano e quella dei safari e dei resort di lusso, sempre indecisa tra le immagini delle donne a capo coperto e con le lunghe vesti nere e il lusso degli alberghi avveniristici dei paesi del Golfo, oggetto del desiderio per i responsabili aziendali più audaci.

 

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Sul fronte italiano è cioè mancato un fattore centrale, quello di una informazione economica  “dedicata” ad Africa, Medio Oriente e Mediterraneo. La poca informazione circolante fino ad oggi in Italia era infatti per lo più era confinata all’Università o nell’ambito degli studi delle élites intellettuali che si occupavano di problemi umanitari di vasto respiro.

 

La crisi economica e produttiva che sta attraversando il nostro Paese ha però prodotto un significativo cambiamento nella informazione dedicata a queste aree, in cui oggi si sta invece producendo crescita e sviluppo economico. La nascita di una middle class africana e mediorientale che non chiede più solo beni primari ma anche beni di consumo, forte di una crescita media PIL africano attorno al 6% e il diffondersi di telefonini e smartphone ha immesso sulla Rete ampie fasce di popolazione, soprattutto giovane, che hanno cominciato a veicolare commenti su beni e servizi, permettendo di individuare nuove nicchie di consumi in mercati considerati per molto tempo periferici.

 

Immensi flussi di informazioni, a partire dagli aggiornamenti in tempo reale che hanno fotografato il dipanarsi delle Primavere arabe, hanno fatto nascere agenzie di stampa che stanno colmando l’assenza del continente africano dal normale flusso informativo italiano e la scarsa conoscenza delle dinamiche politiche, sociali ed economiche in atto tra gli operatori dell’informazione, realizzando prodotti editoriali in italiano che stanno affiancando carta stampata e web. Ed anche la Farnesina si è impegnata nella realizzazione di un prodotto di informazione sui mercati esteri mondiali, costruito sulla rete estera delle Ambasciate, che permette alle Associazioni del Sistema Confindustria più attente all’internazionalizzazione e a quelle specializzate come Confindustria Assafrica & Mediterraneo di liberare energie, spostandole dalla prima informazione a servizi a più alto valore aggiunto per le imprese.

 

Nasce così www.infomercatiesteri.it, la nuova piattaforma informativa del Ministero degli esteri che lo allinea all’azione degli omologhi Ministeri dei nostri competitors europei. Operazioni editoriali e imprenditoriali, dunque, che intercettano bisogni là dove essi si manifestano e grazie alle quali anche l’Italia entra in un meccanismo virtuoso di informazione operativa a beneficio di tutte le imprese che vogliano sviluppare attività all’estero.

 

Evidentemente in Italia qualcosa sta cambiando.