Palmucci, Confindustria Alberghi: «L’Italia va promossa come destinazione unica»

GIORGIO PALMUCCIPer il presidente di Confindustria Alberghi Giorgio Palmucci l’approvazione definitiva da parte del Senato del decreto legge Cultura e Turismo è un concreto segnale da parte delle istituzioni, il primo di una serie di iniziative necessarie per rilanciare il turismo

Presidente Palmucci, come è andata l’estate 2014 in termini di domanda interna e presenze provenienti da altre nazioni?
I timidi segnali di ripresa che avevano accompagnato il settore negli ultimi si sono tradotti in un quadro estremamente incerto.
Le speranza che l’estate 2014 consolidasse la ripresa sono andate deluse e la situazione in Italia si è presentata estremamente  complessa e frammentata. Pesa ancora molto la mancanza del turismo interno, mentre il turismo straniero – con un aumento di oltre
il 3% – conferma una crescita lenta, ma costante.

Quale segmento ha sofferto e quale, invece, ha tenuto di più?
È un dato di fatto che la stagione metereologica particolarmente negativa abbia inciso negativamente sulle performances di tutto il settore leisure. La montagna è il segmento che ha maggiormente sofferto, con punte di oltre il 20% di perdita di occupazione rispetto al 2013. Anche il segmento mare ne ha risentito, seppure in misura ben diversa a seconda delle aree: dati positivi nel sud Italia con la Puglia che arriva in agosto ad un +5%, così come la Sardegna che ad agosto recupera sia pure parzialmente il -7,6% registrato a luglio. Tutto diverso al nord dove la situazione meteo è stata particolarmente sfavorevole. Savona, per esempio, ha registrato nei mesi di giugno e luglio una brusca frenata con punte in termini di occupazione che hanno rasentato il -20% mentre il mese di agosto si è attestato sui livelli del 2013. Diversa la dinamica nelle città d’arte che nel segmento upscale hanno sostanzialmente tenuto con un’occupazione in leggera crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Caso a sé quello di Roma, dove una serie di fattori, tra cui gli eventi legati a Papa Francesco, hanno inciso su un risultato più positivo. A giugno e luglio il Toc è aumentato rispettivamente del 3,8% e 4,8.% con un conseguente RevPar di 3,2% e 3,1% e anche agosto sembrerebbe confermare questo andamento.

Le cause di questa negativa performance, a parte l’imprevedibilità meteo, quali sono state?
Il turismo domestico ha sofferto sia a causa delle recrudescenze della crisi economica che delle incertezze dovute agli aumenti della pressione fiscale. L’effetto boomerang si è tradotto in una riduzione della capacità di spesa delle famiglie e ad una conseguente  rimodulazione al ribasso del periodo dedicato alle vacanze.
Ancora una volta il turismo straniero ha mitigato gli effetti negativi della domanda interna attraverso una presenza che inciso ha, però, principalmente nelle città d’arte con un leggero incremento rispetto al 2013.

Quali sono le aspettative della Associazione che presiede circa il decreto Cultura e Turismo proposto dal Ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini?
Con l’approvazione definitiva da parte del Senato del dl Cultura e Turismo abbiamo finalmente ottenuto un primo concreto segnale da parte delle istituzioni.
Il Ministero ha dimostrato una visione globale del sistema e l’attenzione rivolta al comparto alberghiero è testimoniata dal credito d’imposta per ristrutturazioni e riqualificazioni che affronta una delle maggiori criticità del settore.
La legge Franceschini, al suo interno, richiama anche alcuni altri interventi importanti per il nostro settore e che da tempo attendevamo.
Il credito d’imposta del 30% per la digitalizzazione punta alla competitività nei confronti dei prodotti internazionali.
In ordine proprio ad un sistema che sia riconducibile e riconoscibile anche all’estero, ci auguriamo che i nuovi criteri di classificazione valorizzino l’eccellenza italiana senza però penalizzare quanto già esistente sul mercato.
Ci aspettiamo infine che la nuova natura dell’ENIT, sotto la vigilanza del MiBACT, sia in grado di promuovere l’immagine italiana come destinazione unica, ricca di un patrimonio artistico, culturale e paesaggistico all’interno del quale i servizi alberghieri rappresenteranno il valore aggiunto.
A fronte delle tante novità introdotte dal provvedimento c’è la consapevolezza che il decreto da solo non è sufficiente a recuperare anni di crisi economica; pertanto, ci auguriamo che questo non sia un punto di arrivo bensì l’avvio di iniziative volte a rilanciare il turismo.
 

Al decreto però non sono ancora seguiti i decreti attuativi, così come non è ancora nota la copertura finanziaria…
Stiamo seguendo con molta attenzione la predisposizione dei decreti. L’obiettivo è quello di avere una rapida operatività del provvedimento e, per quanto possibile, delle procedure semplici.

Un’ultima domanda: secondo lei l’Italia è ancora un Paese accogliente?
Sì. L’Italia rimane un Paese accogliente per antonomasia. I paesaggi naturalistici mozzafiato, la storia, la cultura, il buon cibo sono aspetti legati alla natura stessa del territorio. Il settore dell’ospitalità rappresenta una vetrina importante su cui puntare che valorizza quanto già esistente e che può, attraverso l’eccellenza, intercettare un numero sempre più ampio di turisti.