Mobilità, Buonocore: «Ora regole e risorse certe»

Definendo i costi standard ed evitando duplicazioni inutili, l’affido mediante gara potrà consentire una migliore razionalizzazione del trasporto pubblico locale: a sostenerlo, con forza e convinzione, è Gerardo Buonocore, Coordinatore Raggruppamento Regionale TPL in seno a Confindustria Campania e vice-presidente regionale dell’ANAV.

 

 

BUONOCORE GERARDO WEB

 

Dottor Buonocore, tra conti in rosso e licenziamenti quali sono le prospettive per il Trasporto pubblico locale campano?
In Campania l’assessore ai Trasporti Sergio Vetrella ha deciso finalmente di avviare la procedura per l’affidamento dei servizi minimi attraverso le gare – i cui bandi saranno avviati al più presto – per favorire la concorrenza tra i migliori operatori del settore.
Si tratterà di gare uniche, ma organizzate per  lotti provinciali; a Salerno si sta lavorando a una sorta di progetto di aggregazione per partecipare alla gara esprimendo coese tutte le forze del territorio.
Questo, però, pone un primo problema di ordine economico: la legge nazionale stabilisce di determinare i costi standard in base di gara, legati al servizio offerto e non alla dimensione aziendale per evitare la sprerequazione a chilometri che ha visto in Campania la città di Napoli incassare anche sette euro a km, mentre la media delle aziende private salernitane percepisce circa 1, 50 euro e il Cstp intorno ai 2 euro.

Va quindi fatta un’accurata razionalizzazione del servizio di trasporto pubblico, stabilendo regole e risorse certe, definendo i costi standard dei servizi minimi ed evitando duplicazioni inutili – ad esempio di orari e corse – pur mantenendo intatto il diritto di tutti i cittadini alla mobilità.  
La nostra Regione intende –  da qui a fine anno – però mettere mano ad un ulteriore taglio del 15%, che – a cascata – comporterebbe un ulteriore ridimensionamento del 30% del personale. Tenuto conto che negli ultimi 3 anni la Regione ha già ridotto del 38% il monte di risorse destinate al settore – si badi bene, lo Stato ha ridotto i suoi trasferimenti solo del 7% – se si prosegue sulla strada dei tagli, altri esuberi e difficoltà di gestione saranno inevitabili, così come pure altri licenziamenti.
Nel merito di questi aspetti, auspico una attenta riflessione da parte della Regione che già nel 2012 ha erogato 232 milioni di risorse in meno. Le aziende del tpl vivono una condizione sempre più difficile, con i costi in continuo aumento – basti citare la spesa per il carburante – con gli enti impossibilitati a riconoscere l’Istat alle imprese e senza ammortizzatori sociali. Quella delle gare, quindi, potrebbe essere una prima buona soluzione.

Ma che tempi sono previsti per l’avvio delle gare?

Le gare dovranno divenire obbligatorie entro la fine dell’anno, pena per la Regione la possibilità da parte del Governo di mantenere gli stessi fondi. È un pericolo da scongiurare perché per le imprese di trasporto un’ulteriore decurtazione dei fondi a disposizione sarebbe il colpo di grazia letale.
Per l’anno 2013, la penalità è infatti legata all’adozione del piano di riprogrammazione, mentre per gli anni successivi al raggiungimento di determinati indicatori che riguardano: 1) la redditività della rete, ovvero il rapporto tra ricavi dalla vendita dei biglietti e costi del servizio, su base regionale, che si deve attestare almeno al 35%. Nel caso ciò non accadesse, bisogna garantire un incremento del rapporto di 0,03 rispetto all’anno precedente per valori di partenza inferiori al 20% e dello 0,02 per valori di partenza compresi tra il 20 e il 35%; 2) l’incremento dei passeggeri, su base regionale, deve attestarsi al 2,5% nel primo triennio.
A partire del 2015, poi, la percentuale massima della penalità, inizialmente pari al 10% del monte complessivo delle risorse stanziate per ogni regione, è incrementata del 2% ogni due anni.
Bene quindi il riequilibrio del settore, l’eliminazione di storture e sprechi ma mi sembra stridente che la Regione non tenga conto di aver rallentato l’economia nel suo complesso tagliando così tanto le risorse per i trasporti. Invertire la rotta subito perché davvero non c’è più – per le aziende e i cittadini – tempo da perdere.