Co.Mark, il vino in cima alla classifica dell’export italiano

Con un valore di 474 milioni di esportazioni, l’export italiano mostra una buona ripresa ad inizio anno grazie alle vendite del settore vinicolo, che fanno registrare un saldo pari a 7.2 miliardi di euro corrispondente ad una crescita del +16% rispetto allo scorso anno. 


L’incremento del 9% in volumi e del 6% del prezzo medio, secondo l’opinione degli esperti, evidenzia uno stato di buona salute del vino italiano, ampiamente confermato dai dati Istat e delle aziende del settore export, che da anni registrano performance di rilievo riguardanti l’export agroalimentare del nostro Paese.

Quello vitivinicolo, insieme al comparto food, è infatti considerato uno dei settori che ha meglio espresso il valore del Made in Italy in tutto il mondo: secondo l’opinione di Co.Mark, azienda specializzata nell’internazionalizzazione di impresa,  il vino si classifica al primo posto tra le nove diverse filiere integrate del settore alimentare per valore della produzione, orientamento al mercato e performance economico-finanziarie.

In un articolo sull’export italiano di vino nel mondo riportato nel blog ufficiale, l’azienda esprime la sua opinione positiva sul settore, considerato una realtà di rilievo dell’economia capace di rafforzare l’identità del nostro Paese all’estero.

Secondo i commenti dell’azienda le esportazioni vitivinicole italiane sarebbero cresciute rapidamente negli ultimi dieci anni, colmando il divario con i principali competitor grazie soprattutto alla diversificazione della produzione.

Se è vero che le opinioni di Comark rimarcano un trend più che positivo per il settore soprattutto nello scorso anno, definito nei suoi commenti come un’annata ottimale per il comparto wine e gli spirits Made in Italy, i dati Istat confermano le ottime performance anche per l’anno in corso.

Risultato ottenuto soprattutto grazie alla categoria degli spumanti che segnano una crescita del 37% in valore, seguiti dai vini fermi in bottiglia con un +20% ed una variazione sull’anno precedente rispettivamente del +27% e +14%.

Un quadro che dipinge una crescita costante, seppur lenta, su tutti i mercati ed un incremento di rilievo per il Regno Unito che fa registrare un +95% stando alle recensioni.

Negli ultimi anni gli Stati Uniti sono stati classificati come il mercato più ricettivo: secondo le recensioni di Comark avrebbero fatto registrare il tasso di crescita più elevato nel primo semestre dello scorso anno, facendo decollare le esportazioni enologiche italiane da 724 a 859 milioni di euro,
Seguono le performance dell’Uk e della Germania, con percentuali pari rispettivamente al +6,1% e +9.4%.

Opinioni positive sono state espresse anche in merito alle performance realizzate in Russia, dove l’export di vino Made In Italy ha fatto registrare un incremento del 45,4% ed una crescita del fatturato da 39,9 a 58 milioni di euro.
Oggi, secondo i commenti degli esperti, si registrano ancora brillanti risultati negli Stati Uniti ed in Canada, che nei primi due mesi dell’anno avrebbe importato 61,9 milioni di vino italiano, pari ad un 29% in più rispetto all’anno precedente.

Importanti sbocchi si continuano a delineare sui mercati asiatici, che già lo scorso anno hanno mostrato tassi importanti di crescita secondo quanto riferisce Comark nelle sue recensioni.
Se la Cina sembra aver raggiunto il dato migliore degli ultimi 5 anni per import di vino italiano, nelle ultime recensioni dei dati spiccano soprattutto le performance di mercati asiatici come quello di Hong Kong, considerato una porta d’accesso privilegiata per il made in Italy.

Risultati ottenuti grazie al prestigio conquistato dalle etichette italiane in tutto il mondo, riconosciute per qualità e artigianalità dei metodi produttivi: un grande traguardo raggiunto dalle Cantine del Bel Paese con un approccio innovativo ed una grande apertura al cambiamento.