San Giorgio Dolce & Salato, numeri di successo e nuovi obiettivi

Mamita da 85 grammi

In cinque anni l’azienda punta al raddoppio del fatturato. «L’obiettivo per il 2020 è di raggiungere i 50 milioni», spiega Marco Ciron, Direttore Commerciale

La storia della San Giorgio comincia negli anni ‘80 ed è prima di tutto la storia di Sabato Bruno che, in 35 anni, ha trasformato un piccolo laboratorio di pasticceria a Castel San Giorgio, alle porte di Salerno, in una grande azienda di croissanterie specializzata nel mercato del food service: la San Giorgio Dolce & Salato.

Con impegno e dedizione, il piccolo laboratorio delle origini è diventato uno stabilimento che produce eccellenza: la passione di Sabato, condivisa dai figli Antonino e Ivan, associata agli impianti produttivi e di conservazione di ultima generazione sono stati le fondamenta della continua crescita dell’azienda.

«A fine giugno abbiamo ricevuto un premio sponsorizzato da Borsa Italiana: tra le 8.000 PMI italiane, con un fatturato compreso tra i 20 e i 250 milioni di euro, ne sono state selezionate 420 che hanno ottenuto risultati economici particolari e di queste, 28, sono state premiate come casi di eccellenza nel proprio settore di riferimento», afferma con orgoglio Marco Ciron, Direttore Commerciale di San Giorgio SpA.

Marco Ciron, direttore commerciale

«Oggi, in Italia, nel settore della croissanterie, San Giorgio è la società che sta facendo l’investimento industriale più importante. Abbiamo, infatti, un progetto che in cinque anni dovrebbe portarci a raddoppiare il fatturato che, nel 2016, è stato di 27 milioni, prodotto grazie all’impegno di oltre 150 dipendenti», spiega Ciron.

«L’obiettivo per il 2020 è di raggiungere i 50 milioni di fatturato e, come primo passo, abbiamo deciso di raddoppiare la capacità produttiva. Stiamo per concludere la realizzazione del nuovo sito produttivo: ci saranno tre nuove linee di produzione tra le più innovative e tecnologicamente avanzate a livello mondiale per la produzione di croissant e non solo», spiega Ciron. «Si tratta di tecnologia tedesca che rappresenta una novità assoluta per l’Italia, ma anche per la stessa azienda che ce li fornisce. Sono impianti particolarmente automatizzati, ma anche flessibili per adattarsi alla produzione di diversi prodotti. Il numero di linee installate passerà da 12 a 15, con impianti ad alta produttività e prestazioni al top della categoria».

Sono parecchie centinaia le aziende di questo settore, ma solo una trentina operano a livello nazionale; le prime dieci, delle quali fa parte San Giorgio, coprono il 70% del mercato. San Giorgio, realtà molto forte nel Sud Italia, si sta espandendo su tutto il territorio nazionale e verso mercati internazionali; oggi è presente in Europa, Americhe, Australia e Asia, ma ci sono ancora ampi margini di miglioramento. «I nuovi impianti ci consentiranno di abbassare i costi e aumentare la qualità per essere più competitivi anche a livello internazionale», aggiunge Ciron.

«Di pari passo con l’innovazione industriale stiamo procedendo a una trasformazione in termini di governance della società, passata in brevissimo tempo da un’azienda di tipo laboratorio evoluto ad una realtà industriale moderna con sistemi informativi all’avanguardia e con processi che mettono in relazione i diversi uffici dell’azienda», prosegue il manager. Realizzando il nuovo progetto, San Giorgio conta di arrivare nel giro dei prossimi cinque anni a collocarsi tra le prime cinque aziende del comparto in cui opera, un segmento che oggi vale circa 600 milioni di fatturato. «Per farlo, stiamo anche potenziando il nostro sistema informativo e puntando sulla responsabilizzazione e sulla crescita delle risorse umane», puntualizza.

«Dal punto di vista dei mercati stiamo anche studiando nuovi prodotti da realizzare con i nuovi impianti per posizionarci in nicchie dove oggi siamo marginali», spiega Ciron, che conclude: «Sia in termini di prodotto, sia di produzione cerchiamo di cavalcare le novità più significative stando attenti alla qualità e, in questo senso, abbiamo tutte le certificazioni che oggi il mercato richiede».