Ricerca: ecco quali sono i cervelli sensibili alle bolle di mercato

Mente finanziariaPer gli affari serve fiuto: non è un caso che ci siano persone più o meno portate per fare impresa, ma anche individui in grado di guadagnare da investimenti e rendite finanziarie, che intuiscono quando stanno per scoppiare bolle speculative ed è pertanto il momento di disinvestire.

Sul tema della bolla speculativa si è basato un recente studio che ha dimostrato, tramite scansioni di risonanza magnetica del cervello, cosa accade nella testa di chi riesce ad evitare il tracollo giusto in tempo.

Quando una bolla speculativa sta per scoppiare, c’è chi ne esce al momento giusto e guadagna e c’è chi non lo fa; lo studio suddetto, portato avanti da Alec Smith del California Institute of Technology e colleghi e pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, ha sottoposto vari soggetti a un test provando che il sesto senso per gli affari, ossia la capacità di guadagnare durante le bolle speculative del mercato, dipende da specifici circuiti neuronali.

 

Lo studio si è così svolto: 320 persone sono state sottoposte a un gioco di compravendite che simulava gli andamenti della borsa ed era diviso in 16 sessioni; ad ogni sessione partecipavano circa dieci soggetti alla volta e fra questi a due o tre veniva applicata una fMRI, ovvero una tecnica di risonanza magnetica funzionale grazie alla quale è stato possibile valutare l’attività di specifiche aree cerebrali. L’analisi delle modalità ha mostrato la formazione di una bolla speculativa durante ogni sessione e le scansioni di risonanza magnetica hanno rivelato specifici schemi di attivazione cerebrale, diversi nei soggetti che guadagnavano poco e da quelli che guadagnavano molto durante le bolle speculative.

 

La discriminante è data dalla capacità di saper valutare certe situazioni; secondo gli autori, infatti, il modello illumina anche altri contesti in cui i gruppi e gli individui sopravvalutano qualcosa. Sopravvalutare è un errore comune e quotidiano che investe la fascia privata e personale quanto quella sociale: accade così di dare il peso sbagliato alle proprie capacità, a una certa amicizia oppure alle carte da gioco; un giocatore poco esperto di texas holdem, ad esempio, potrebbe cadere nella trappola di sopravvalutare le proprie carte senza stimare con relativa precisione le probabilità di vincita che tali carte gli garantiscono, senza tener conto delle possibili carte avversarie.

 

Sopravvalutare e abbassare la guardia è rischioso in qualsiasi sfida e Montague, uno degli autori dello studio, ha sottolineato che il loro strumento di misura neurocomportamentale può essere usato per quantificare le situazioni in cui le persone attribuiscono un valore eccessivo a scelte che si rivelano dannose. I soggetti sottoposti allo studio si dividevano in quelli che perdevano denaro o ne guadagnavano poco, mostrando un’attività cerebrale aumentata nella regione del nucleus accumbens, e quelli che erano in grado di trarre il maggiore profitto dalle bolle speculative, la cui attività del nucleus accumbens si rivelava bassa. Inoltre, in coloro che avevano fiuto per gli affari, l’attività dell’area della porzione anteriore della corteccia insulare anteriore (area cerebrale coinvolta quando il soggetto si trova in una situazione di disagio fisico o percepisce stati emotivi poco piacevoli) aumentava e lo faceva poco prima dello scoppio della bolla: questa coincidenza è stata dunque considerata dagli autori una sorta di segnale di allarme del pericolo imminente.