Dermatite seborroica, questa sconosciuta

antonio di pietroCome riconoscere e trattare una delle patologie cutanee più diffuse

 

Interessa tra il 3 e il 5% della popolazione mondiale e compare su cuoio capelluto, sopracciglia, alcune parti del viso, come i lati del naso, orecchie o torace, provocando arrossamento, desquamazione e prurito. Stiamo parlando della dermatite seborroica, un disturbo in costante crescita, probabilmente anche a causa dell’inquinamento. Ma come si riconosce e come si cura questa malattia infiammatoria che, fortunatamente non è grave, ma genera comunque disagi?

I sintomi e le cause

La pelle affetta da dermatite seborroica presenta arrossamento, squame giallastre untuose o secche e in alcuni casi piccole croste. La maggior parte delle volte la persona colpita avverte anche prurito, spesso molto intenso. Nelle zone interessate, come evidenzia il nome della patologia, si osserva un’alterazione del sebo, che viene prodotto in eccesso,  alimentando un particolare microrganismo, il Pityrosporum ovale o Malassezia. Trovandosi ipernutrita, la Malassezia aumenta a sua volta, provocando l’infiammazione. Le cause scatenanti non sono ancora definitivamente note, ma la comparsa è facilitata da diversi fattori, tra cui predisposizione genetica, stress, condizioni ambientali sfavorevoli, squilibri ormonali.

I trattamenti

Per tenere sotto controllo la dermatite seborroica, senza riuscire però a risolvere il problema, finora sono stati utilizzati diversi trattamenti, in base alla gravità della malattia. Tra le sostanze maggiormente usate, vi sono gli antimicotici, come il ketoconazolo e il feticonazolo, contenuti in shampoo e in creme specifiche, in grado di svolgere un’azione di contrasto nei confronti della Malassezia. Altri rimedi seguiti per trattare la dermatite seborroica sono stati, fino a questo momento, i preparati a  base di zolfo e acido salicilico. Si tratta di principi attivi naturali, utilizzabili per trattamenti prolungati e capaci di far regredire gli effetti della patologia sulla pelle e sul cuoio capelluto. Ulteriori sostanze impiegate come trattamento sono lo zinco piritione e il solfuro di selenio, contenuti in shampoo, il cui uso risulta utile se associato alla cura con antimicotici.

Un rimedio nuovo ed efficace
Un rimedio piuttosto recente e di grande efficacia è l’alukina, composto polifunzionale naturale, costituito da allume di rocca, un minerale di origine vulcanica, acido glicirretico, estratto della liquirizia, e Retinil Palmitato, derivato dalla vitamina A. I risultati ottenuti usando l’alukina sono proprio connessi all’interazione delle sostanze che la costituiscono. L’allume di rocca, conosciuto fin dall’antichità per i suoi effetti benefici sulla pelle, svolge un’azione antisettica, antibatterica e depurativa. L’acido glicirretico è un vasocostrittore, è ossia capace di far restringere i capillari dilatati, responsabili dell’arrossamento cutaneo. Il retinolo svolge invece un’azione antiossidante, favorendo il ricambio cellulare. I risultati raggiunti appaiono decisamente positivi dopo sole due settimane, con una remissione completa, nella maggior parte dei casi, dei segni della patologia stessa. In alcuni pazienti miglioramenti sensibili iniziano a riscontrarsi già dopo una settimana di impiego regolare. Nelle situazioni più ostinate, la cura può tuttavia essere protratta senza problemi poiché, come è stato riscontrato, l’alukina risulta ben tollerata dall’organismo, non genera assuefazione e non provoca effetti collaterali. È stato inoltre verificato che questo tipo di trattamento riduce notevolmente il rischio di ricadute rispetto ad altre tipologie di cure.