Cilento, una storia millenaria di emozioni

Peppino Pagano

Peppino Pagano, imprenditore del settore turistico-alberghiero e titolare di un’azienda 
agricola-bufalina-vitivinicola, racconta con fierezza la sua terra unica, «fatta di cibo incredibilmente sano, paesaggi marini e terrestri ancora incontaminati, offerta turistica che migliora di anno in anno e offerta culturale di grandissimo rilievo»

 

Dottor Pagano, lei da diversi anni ormai è un po’ l’ambasciatore della cultura del turismo territoriale enogastronomico cilentano. Cosa funziona meglio dal suo punto di vista e cosa, invece, va ancora messo a punto?
Diverse sono le cose che funzionano: ad esempio sono stato felice di constatare che gli sforzi fatti per diffondere il patrimonio unico della Dieta Mediterranea che qui nel Cilento è stata per la primissima volta studiata e codificata stanno dando i loro frutti. Pensi che l’attività enogastronomica e turistica del Cilento sta richiamando anche tantissima stampa internazionale, dal Guardian alla BBC e alla CNN passando per Al Jazeera International. Sono stato poi lieto di apprendere che il Cilento nello specifico il comune di Pollica sia ufficialmente diventato il centro di coordinamento a livello globale di tutti i musei dedicati alla dieta mediterranea e di tutte le relative comunità emblematiche nel mondo.
Mi riempie di orgoglio anche la recente rifioritura della zona archeologica di Paestum: un esempio di come una cosa pubblica possa essere messa in moto e funzionare bene garantendo anche estrema soddisfazione agli impiegati. È il classico caso di come un leader con l’esempio possa cambiare le cose e Gabriel Zuchtriegel lo è. Una vera fortuna per Paestum. Altri esempi si accingono a dimostrare la stessa verve: penso al nuovo sindaco di Capaccio-Paestum Franco Palumbo e al nuovo presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Tommaso Pellegrino, ad entrambi auguro un buon lavoro. Per quanto riguarda invece gli aspetti deficitari, sicuramente i trasporti andrebbero migliorati. Turismo vuol dire spostamento, movimento, raggiungibilità e noi da questo punto di vista siamo indietro.

Qualche anno fa lei diceva che ospitalità significava “corrispondere, con gusto, a una attesa”. Chi sceglie oggi il Cilento cosa si aspetta?
Chi sceglie oggi il Cilento si aspetta in primis benessere: un territorio accogliente, come accoglienti sono i veri Cilentani, con prodotti tipici sani e genuini e ristoranti che offrono le bontà locali cucinate e presentate dalle vere massaie cilentane.
Nel Cilento si può trovare una combinazione unica, fatta di cibo incredibilmente sano e puro, paesaggi marini e terrestri ancora incontaminati, offerta turistica che migliora di anno in anno e offerta culturale di grandissimo rilievo. L’offerta è così ampia che quando si pensa al Cilento vengono in mente, allo stesso tempo, i piccoli paesini che sembrano fissati nel tempo e restituiscono tutto il fascino del passato, ma anche Paestum con i suoi grandi alberghi e i templi dorici meglio conservati di tutto il mondo greco. Anche il sito archeologico di Velia negli ultimi tempi è diventato il simbolo di una riscoperta dei nostri tesori nascosti, che racchiudono una storia millenaria.

Lei è un imprenditore animato da una continua tensione alla crescita. È questo il segreto per fare bene il suo lavoro?
Non si tratta di un segreto ma di un’idea imprenditoriale semplice, eppure faticosa da realizzare: tante piccole sottili differenze fanno la differenza. Noi uomini siamo esseri perfettibili ma dobbiamo tendere alla perfezione per distinguerci. Credo poi in quello che gli antichi greci definivano “kalokagathìa”: crasi dell’espressione “kalòs kai agathòs” ovvero “bello e buono”. L’ideale di perfezione, secondo gli antichi greci, è racchiuso nell’unione tra il bello e il buono inteso anche in senso morale, non considerati come due cose distinte ma piuttosto facce della stessa medaglia. La messa in opera di questo concetto è arrivata fino ai nostri giorni: pensiamo ai templi di Paestum, strutture indescrivibilmente belle e, al tempo stesso, così solide e resistenti da essere arrivate fin ai giorni nostri.

Suoi erano tre sogni nel cassetto per il Cilento: un centro fieristico di livello internazionale, un campo da golf e un porto/canale. Sempre dello stesso desiderio?
Tutti questi desideri rimangono attuali. Un campo da golf, ad esempio, ci proietterebbe su altri circuiti turistici e culturali. A questi desideri se ne sono poi aggiunti altri.
Chi mi conosce sa bene che sono costantemente in fermento, sempre pronto a prendere spunti ovunque mi trovi e poi cercare di tradurli sul nostro territorio. Questa volta però evito di rivelarli. Lasciamoli pure nel cassetto.