Assicurazioni vita: come scegliere la polizza più adatta

Sono sempre più numerose le persone che scelgono di affidarsi alle assicurazioni vita per garantire un futuro sereno a se stessi e ai loro cari. 

Si tratta solitamente di polizze che agiscono nel caso in cui si verifichino fattispecie dannose nei confronti del titolare, il quale ha diritto di ricevere un indennizzo o un vitalizio in base alla gravità del fatto.

Ma non tutte le polizze si comportano nello stesso modo e, per questo motivo, è importante scegliere e individuare la polizza più adatta alle singole esigenze familiari e personali, che sappia fornire un valido aiuto nelle condizioni di emergenza.

 

Come fare, quindi, per scegliere la polizza più adatta?

Bisogna innanzitutto conoscere le caratteristiche delle polizze vita, che si distinguono tra collettive e individuali. Le prime, come facilmente intuibile, prevedono la presenza di un singolo contraente ma di diversi assicurati: questa fattispecie si verifica nel momento in cui un’azienda decide di stipulare una polizza per i suoi dipendenti e dirigenti. Nel caso di assicurazioni vita individuali, invece, da entrambe le parti è presente una singola persona: esiste, quindi, il titolare della polizza e un asolo assicurato, che coincide solitamente con la persona su cui è posta la polizza sulla vita. Non possono sussistere diverse figure.

 

Chiarita questa caratteristica basica delle polizze vita, bisogna capire in quale modo una polizza possa essere più adeguata di un’altra per le singole esigenze.
Bisogna, infatti, pensare che esistono svariate possibilità di polizza vita, ciascuna delle quali caratterizzata da un aspetto peculiare che può suscitare maggiore interesse in una persona piuttosto che in un’altra.

 

Tra le principali polizze vita vanno sicuramente menzionate quelle di puro rischio (TCM), che possono essere quasi intese come una scommessa fatta tra l’Assicurato e l’Assicurante. Questa polizza ha una scadenza e durante tutto il periodo l’assicurato è tenuto a versare un premio che verrà riscattato sotto forma di capitale se e solo se nell’arco di tempo di validità dell’assicurazione il titolare muore. Se si verificasse la fattispecie, quindi, i beneficiari avrebbero diritto a un capitale decisamente più alto rispetto al premio versato ma, in caso contrario, il capitale verrebbe trattenuto dalla compagnia assicurativa. È una polizza particolarmente diffusa tra gli individui con redito elevato, dirigenti e liberi professionisti che vogliono garantire alla loro famiglia un tenore di vita proporzionato anche nel momento della loro dipartita. Non è sicuramente una polizza conveniente per le fasce intermedie della società, ma sta avendo una sua diffusione sempre più corposa.

 

Le polizze vita più diffuse, però, sono quelle LTC, ossia quelle che corrispondono un’indennità di rendita in caso di perdita della capacità lavorativa e dell’autosufficienza da parte dell’assicurato. In caso di gravi infortuni o malattie che influiscano sulla capacità lavorativa, quindi, l’assicurazione è tenuta a corrispondere un capitale sotto forma di vitalizio, proporzionale al premio versato. Questo capitale copre le spese mediche improvvise a cui la famiglia deve far fronte e l’eventuale degenza in strutture ospedaliere e cliniche che possano aiutare nella completa riabilitazione.

 

Queste polizze sono tra le più utilizzate in tutti gli ambiti, soprattutto nel caso in cui l’assicurato sia impegnato in lavori particolarmente a rischio, in cui è facile subire infortuni, oppure da chi trascorre lunghi periodi su strada, continuamente esposto al rischio di incidenti stradali.

 

In gran voga ultimamente, però, ci sono le polizze di rendita, stipulate da un’ampia fascia di popolazione che vuole continuare a mantenere il proprio tenore di vita anche al raggiungimento della pensione. Il contratto, infatti, prevede che al termine contrattuale, stabilito dalle parti, l’assicurazione versi un vitalizio proporzionale ai premi versati durante la vita assicurativa, diverso è il caso delle pensioni complementari, che nella forma somigliano a quelle di rendita ma che, nei fatti non sono la stessa cosa perché prevedono soluzioni alternative diversificate tra PIP (per i liberi professionisti) e FPA (per i dipendenti di aziende private).

 

Se questa è l’ampia suddivisione delle polizze vita in base alla destinazione, altro parametro importante da valutare per la scelta riguarda la composizione del premio. Infatti, in base alle esigenze, possono essere sottoscritte polizze a premio unico (unico versamento capitalizzato) premio unico ricorrente (capitale versato in rate costanti) premio annuale (versamento ogni 12 mesi) e contribuzione libera o attraverso il TFR ma solo per le pensioni integrative.