Asi, si torna a pianificare lo sviluppo industriale

antonio viscontiIl nuovo presidente del Consorzio salernitano, Antonio Visconti, promette un cambio di passo: «Non saremo più un’agenzia immobiliare finalizzata all’assegnazione dei lotti. Programmeremo e attueremo la crescita del territorio»

Antonio Visconti alla guida dell’Asi da qualche mese prende le mosse dalla ridefinizione dell’assetto consortile all’interno di una logica di riprogrammazione dei piani territoriali di sviluppo industriale. Quale vision di sviluppo ha quindi in mente?

Come è noto, negli ultimi tempi una serie di soggetti erano usciti dall’Asi di Salerno, sia per motivi economici – è il caso ad esempio della locale Camera di Commercio – sia per ragioni inerenti al governo del territorio, si pensi ad esempio ai Comuni di Battipaglia e Mercato San Severino.

Oggi, però, anche alla luce delle mutate condizioni economiche, l’Asi ha necessità di evolversi da mero strumento di lottizzazione del territorio a ente che, in ottemperanza ai suoi compiti istituzionali, cura e presiede allo sviluppo dei sistemi industriali. La logica della pianificazione territoriale comunale è ormai superata a vantaggio di una prospettiva di area vasta che assecondi in parte le nuove richieste che provengono dal territorio, seguendo un sentiero che individui prima di tutto le preesistenze, favorendole in una logica di distretti industriali e contemplando le principali direttrici logistiche infrastrutturali per offrire ricadute positive non a un comune piuttosto che a un altro, ma a tutto il territorio interessato.
L’esigenza di ragionare in termini di area più vasta è necessaria, urgente e indispensabile. Per questo abbiamo scelto di ridefinire l’assetto del consorzio, in cui una componente preponderante sarà svolta dai comuni del cratere, finora esclusi per motivi politici. Avremo un consiglio generale per lo sviluppo e la pianificazione industriale composto da alcuni soci, titolari di aree industriali su cui l’Asi ha potestà regolamentare come Salerno, Cava, Fisciano e i comuni del cratere, e altri – senza aree, come la Provincia, la Camera di Commercio e altri – cui è richiesto un ruolo proattivo perchè sono a tutti gli effetti già protagonisti del mondo industriale. L’epoca dell’Asi che ha funzionato da agenzia immobiliare finalizzata all’assegnazione dei lotti ha segnato il passo. Abbiamo già revocato il provvedimento di espansione proporzionale delle quote ai soci attuali; successivamente l’ente procederà alla redistribuzione delle stesse e del contributo consortile. Per noi il consiglio, più che un altro centro di potere, è e sarà un luogo di proposizione di idee e confronto.

In passato spesso non erano chiare quali fossero le competenze ripartite tra l’ASI e il Comune di Salerno, tanto da utilizzare questa mancanza di chiarezza come alibi del degrado nelle zone industriali. Succederà anche con la sua presidenza?
A dire il vero, in passato la pianificazione della gestione delle aree era vincolata agli insediamenti industriali perché l’Asi aveva la giurisdizione di un territorio sul quale era posto un vincolo, per cui i Comuni non potevano fare molto senza il preventivo assenso dell’ente. Allo stato, però, questo passaggio epocale dalla dimensione solida a liquida del sistema industriale sta portando l’ente a un cambio reale di pelle, trasformandolo in attore dello sviluppo impegnato a rendere le aree industriali ecosostenibili ed efficienti, senza per questo confliggere con la mission di altre realtà che pure alla crescita produttiva del territorio sono interessate. Mentre altri enti, infatti, hanno un ruolo propositivo, l’Asi è un organo attuativo dello Stato che può e deve rendere operativo lo sviluppo. Non solo programmazione, ma attuazione della crescita. Ed è quello che faremo.

Poniamo un esempio: se oggi l’imprenditore dispone di un’area, quanto tempo occorre per l’istruttoria della pratica, l’esame e il rilascio del nulla osta?
Le istruttorie hanno tempi molto rapidi. Presentata la richiesta di parere, l’ente rilascia il nulla osta all’insediamento per cui è necessario, però, anche il permesso del Comune interessato. In linea di massima ci occorrono tre giorni per evadere una pratica. Le lentezze finora registrate non erano dovute a un cattivo funzionamento della macchina organizzativa, quanto piuttosto a un regolamento urbanistico che poneva molti paletti e restrizioni. Stiamo già lavorando, tuttavia, a un aggiornamento dei piani regolatori perché siano maggiormente in linea con le esigenze dei territori.

L’ingegnere Prete le ha mai parlato della sua idea di condominio industriale?
Una delle modifiche del regolamento urbanistico dell’Asi riguarda proprio il pluri-insediamento con possibilità di distribuire gli spazi sia in verticale, sia in orizzontale. Nei fatti, quindi, attueremo una dimensione micro dell’idea originale del condominio industriale, con più servizi accentrati, utili specie per le aree più piccole.